Quando nel Texas Hold'em non si ha difesa
Abbiamo giocato in maniera perfetta e nonostante ciò abbiamo perso la mano. Abbiamo commesso qualche errore? Non e detto. Perché ci sono delle mani nelle quali le carte giocano al posto nostro e l'esito e scritto fin dal principio.Abbiamo sempre imparato come, in linea generale, le scelte che facciamo durante una singola mano di Texas Hold'em ne influenzino l'esito e come la posizione al tavolo, le carte personali che riceviamo dal mazziere e i gettoni che abbiamo di fronte possano - combinati tra loro e con le cinque carte comuni (board in gergo tecnico) - portarci alla vittoria o alla sconfitta. Per questa ragione si leggono il più possibile libri e riviste e si cerca di migliorare la propria tecnica, per commettere il minor numero di errori.
Volendo provare a raffigurare il ragionamento che ognuno di noi é chiamato a fare durante una mano o un intero torneo, e come se ci si trovasse di fronte a un grandissimo numero di bivi e che solo prendendo sempre la strada giusta (facendo, cioè, le scelte più corrette) si riesca ad arrivare fino in fondo. Tutto questo accade sempre. O quasi... Ed e il motivo per cui mettendo due persone diverse nella stessa situazione di carte, fiches e posizione non e detto che l'esito finale della mano sia uguale. Quasi sempre, dicevamo.
Perché invece ci sono alcune mani dove il nostro intervento non ha la minima influenza, delle mani che cento giocatori giocherebbero nello stesso modo con lo stesso risultato. Delle mani, insomma, dove non gioca la persona, ma - passateci il termine - giocano le carte. In questi casi, nemmeno il migliore dei professionisti potrà in alcun modo modificare il risultato perché, tornando all'esempio fatto in precedenza, la strada non ha alcun bivio e fila via liscia (o meno liscia...) verso la conclusione.
E quando capita possono succedere cose incredibili, come perdere con un poker o un full. Tutto questo senza sbagliare nulla e senza nemmeno potersi prendere la magra soddisfazione di attaccare l'avversario per aver fatto scelte discutibili. Come reagire, dunque? In nessun modo, ma soltanto cercando di non perdere la lucidità necessaria per affrontare il proseguimento del torneo, se si è riusciti (almeno) a non essere eliminati. O evitando, comunque, di rimuginare troppo su quanto successo, con la consapevolezza che non avremmo in alcun modo potuto evitarlo.
A volte le carte giocano da sole. Non c'é niente da fare. La mano che descriveremo in questo articolo é proprio una di queste. Passereste mai con un full? Quasi impossibile. Eppure vedremo come si possa essere battuti anche con un punto di questa rilevanza, senza praticamente commettere errori, imparando una volta di più che nel Texas Hold'em può accadere davvero di tutto. Ed é questo che ha contribuito alla sua fortuna e alla sua diffusione in ogni parte del mondo.
La mano che stiamo per analizzare si é svolta verso la fine del primo giorno di un grande torneo, con 20 mila fiches di partenza per ogni giocatore. Molti sono stati eliminati, ma sono ancora in tantissimi a lottare per la vittoria, con Carlo e Mario che hanno un capitale già molto elevato. I bui sono, rispettivamente, 200 per il piccolo e 400 per il grande.
Una volta ricevute le carte personali, il primo a parlare e Bruno (seduto alla sinistra del grande buio), che non ci mette nemmeno un secondo a passare. Il suo K, infatti, é accoppiato con una seconda carta (kicker, in gergo tecnico), un 3, davvero troppo bassa per poter giocare. La stessa decisione la prende Massimo, a cui il dealer non ha regalato nulla di buono: un 9 di fiori e un 5 di cuori. E quindi la volta di Mario, che non solo é in una buona posizione al tavolo - alla destra del bottone, quindi il penultimo a parlare (in gergo tecnico, cut-off) - ma ha anche una splendida mano, una coppia di Donne.
Con ancora tre giocatori dopo di lui, decide di effettuare un rilancio standard, pari a tre volte il grande buio, e mette nel piatto 1.200 fiches. Tocca a Patrizia, la quale, invece, ha due carte pessime, un jack di picche e un 7 di quadri. Nonostante la migliore posizione possibile in una partita di Texas Hold'em, la sua scelta - condivisibile - è di abbandonare il gioco. Il turno passa, quindi, a Carlo, che é di piccolo buio. Per lui un Re e una Donna, entrambi di quadri. Logico, dunque, che decida di vedere (call) il rilancio di Mario. Ultimo a dover parlare è Alessandro, che ha già messo le 400 fiches del grande buio e dovrebbe cosi aggiungerne solo 800 per continuare a giocare. La coppia di 6 servitagli dal mazziere lo invoglia e, inoltre, il piatto si e fatto piuttosto interessante. Anche lui, dunque, decide di vedere.
Con Carlo, Mario e Alessandro ancora in gioco - e un piatto di 3.600 fiches - si vanno cosi a scoprire le prime tre carte comuni. Il mazziere gira il flop, una Donna di cuori, un Jack di quadri e un 10 di fiori. Mario, che sarà l'ultimo a parlare, ha realizzato (settato, in gergo tecnico) un tris di Donne. Il primo in azione è Carlo, che era di piccolo buio. Su un piatto del valore di 3.600 fiches decide di puntarne 3.000. Giocata importante, non c'e che dire, che obbliga Alessandro a lasciare (fold), dato che proseguire nella mano soltanto con una coppia di 6 diventa troppo pericoloso.
Tocca quindi a Mario che deve scegliere che strategia adottare. Per farlo deve cercare di capire con che cosa il suo avversario ha puntato. Mentre si studiano le azioni degli altri giocatori é sempre molto importante non limitarsi a pensare a un singolo punto che potrebbero avere in mano, ma analizzare tutto il ventaglio delle possibilità. In questo caso, per esempio, Carlo potrebbe avere una scala (magari alla Donna, se avesse giocato con 8 e 9), un tris (di Jack o di 10), una doppia coppia, una coppia o anche un semplice progetto di scala bilaterale.
Mario ritiene difficile che il suo avversario abbia già legato la scala, perché forse non avrebbe puntato cosi tanto, rischiando che tutti abbandonassero la mano. Improbabile anche la sola ipotesi del progetto, mentre non é del tutto da escludere un tris. Con una coppia di 10 o di J in mano, Carlo pre-flop avrebbe infatti potuto anche solo vedere il suo rilancio, senza controrilanciare. Altre possibilità, doppia coppia o coppia (quasi certamente con un Asso o un K come seconda carta).
Terminato il ragionamento, Mario ritiene con il suo tris di Donne di essere quasi certamente in vantaggio, ma le tre carte comuni - in scala - gli consigliano di effettuare un rilancio, proprio per cercare di capire il punto del suo avversario e mette nel piatto 8.000 fiches. Se anche il suo avversario vedesse la puntata, va detto che con un tris al flop c'é comunque oltre il 30% di possibilità (31,5% per l'esattezza) di migliorare il proprio punto e, dunque, do battere anche un'eventuale scala.
Carlo effettivamente vede e con un piatto di 19.600 fiches si va al turn. Sul tavolo si scopre la quarta carta comune, il turn, che é un 10 di quadri. Il primo a parlare e Carlo che questa volta decide di bussare, lasciando la parola al suo avversario. Per Mario la situazione si fa complicata. Il 10 è senz'altro una buona carta per lui, dato che gli ha permesso di realizzare un full. Tuttavia potrebbe anche aver aiutato il suo avversario, che infatti non si e fatto intimorire e ha nuovamente puntato.
Il ragionamento fatto in precedenza aveva portato Mario a pensare che Carlo al flop avesse centrato un tris, una doppia coppia o una coppia. A questo punto, quindi, potrebbe anche lui avere chiuso un full(sicuramente più basso del suo), ma anche aver centrato un poker di 10. Da valutare anche i due quadri sul tavolo. Se Carlo ne avesse altri due in mano, avrebbe la possibilità di chiudere un colore (comunque inferiore al full) o, addirittura, una scala reale. Mario inizia a considerare proprio questa eventualità. Lui ha si due Donne (tre con quella sul tavolo), ma non quella di quadri.
Potrebbe avercela il suo avversario, insieme a un K o un Asso, sempre di quadri. in questo caso, con il 10 e il jack di quadri sul tavolo, Carlo avrebbe una doppia coppia (Donne e 10) e quattro quinti di scala reale (magari bilaterale). E questo spiegherebbe perfettamente la puntata dopo il flop. Due possibilità di perdere la mano (poker o scala reale), tutte le altre di vincerla. Mario decide che una puntata di poco più della metà del piatto possa essere la scelta corretta e investe 12.000 fiches. Carlo, dopo averci pensato, vede e il piatto arriva al considerevole valore di 43.600 fiches!
Mario e Carlo si sono dati battaglia fino all'ultima carta, il river, che il mazziere lentamente scopre. E' un 9 di quadri. Sul tavolo, dunque, i quadri sono tre: 10, jack e, appunto, 9. Carlo appare molto deciso e mette nel piatto tutto ciò che gli é rimasto, 19.000 fiches, andando in all-in. Mario inizia a riflettere. Ha un full di donne con 10, che può essere battuto solo se il suo avversario avesse in mano una coppia di 10 oppure K e Q (o anche 7 e 8) di quadri. Nel primo caso avrebbe realizzato un poker di 10, nel secondo una scala colore.
Con qualsiasi altra combinazione (full di 9, di 10 o di J, colore, scala ecc.), il piatto sarebbe suo. Per come si era sviluppata la mano, Mario può anche ritenere che Carlo abbia legato il colore più alto possibile (nut in gergo), con un asso e un'altra carta di quadri in mano e che sia andato in all-in per questa ragione. I dubbi, insomma restano e Mario inizia a temere proprio la scala colore o il poker. In ogni caso, il piatto é ormai gigantesco e non é possibile foldare. Consapevole di poter perdere, decide comunque di vedere la puntata di Carlo, che gira effettivamente la scala colore e si aggiudica la mano.
Cosa abbiamo imparato?
L'importante é adattare sempre la giusta tattica per arrivare alla fine della mana senza rimpianti. Trattandosi di un gioca di carte, ogni tanta la dea bendata diventa la protagonista assoluta e sceglie chi premiare. L'importante è sapere che se questa volta non é taccato a noi, la prossima sarà il nostro turno!
Perché Mario non ha vinto?
Mario ha giocato la mano in maniera corretta. Ha rilanciato pre-flop con la coppia di Donne e ha controrilanciato al flop quando le carte comuni sono diventate pericolose. Forse andando in all-in al turn avrebbe portato a casa il piatto, ma con i due 70 sul tavolo avrebbe potuto essere una mossa suicida. Texas Hold'em ai massimi livelli, quindi. Ha perso perché anche il suo avversario ha giocato molto bene e alla fine é intervenuta la sorte a decretare il vincitore.
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