La prudenza l'illusione del giocatore nel Texas Hold'em
Il giocatore "medio" di Texas Hold'em ha una caratteristica che lo distingue: "pensa di essere sopra alla media". Non è un gioco di parole, è la sua verità.
Tale presunzione è davvero curiosa, ma non va condannata sempre e comunque. Infatti, talvolta porta ad avere pienezza di sé, dunque ad avere coraggio. E questa è una dote quando si gioca a poker.
D'altra parte però, tale presunta superiorità spinge verso la prudenza in alcuni frangenti. In sostanza altera completamente il comportamento al tavolo da gioco, allontanandolo dalla linea ottimale da tenere. Perché sia chiaro a tutti: "a questo gioco occorrono sia prudenza che coraggio e spericolatezza". In fondo anche nella vita, il successo è spesso accompagnato da una saggia alternanza e da una valutazione ponderata su come porsi in ambiti diversi.
Ma l'ordine con cui alternare tali caratteristiche, nel gioco. è assolutamente ben delineato dalla logica.
La prudenza deve prevalere nelle fasi che procedono il vero gioco. Esercitate prudenza nella scelta della partita, nella scelta del torneo cui partecipare, nel selezionare un buy in appropriato e così via.
Una volta che vi sedete la tavolo, salvo salvo davvero rare eccezioni, è invece il coraggio che vi deve accompagnare, perché questo è un gioco che paga gli audaci e chi vi costringe a sfruttare appieno ogni situazione per averne un ritorno.
Misteriosamente invece, ciò accompagna il giocatore "medio" è una inversione di tali fattori. Coraggio, o forse sfrontatezza ed incoscienza nella scelta delle partite, nel buy-in del torneo, nei blinds cui giocare cash, per poi sedersi al tavolo ed essere eccessivamente prudenti. proviamo a entrare nello specifico del percorso mentale che accompagna tali giocatori e li spinge verso due macro categorie di grossolani errori.
Il primo errore è il seguente: credendo erroneamente di essere meglio degli altri, o qualora lo fossero davvero, sopravvalutando comunque il loro margine di vantaggio, si siedono ed affrontano partite fuori portata o per la cifra in palio oppure per il field di avversari molto forte in realtà. Inutile entrare nello specifico, mi sembra un concetto chiaro di per se.
Il secondo errore è anche il peggiore: forti di questo presunto vantaggio, i giocatori sono spesso in attesa di una situazione in cui abbiamo un enorme vantaggio sugli altri. E' un errore terribile. Nessuno è forte a sufficienza per poter "attendere" momenti ancor più profittevoli. Se vi è davvero un vantaggio, esso va perseguito senza indugio. Nei tornei ogni colpo può portare all'eliminazione, d'altro canto però bisogna fronteggiare centinaia forse migliaia di avversari e non gli si può concedere nulla. Nel cash, ogni microscopico vantaggio va assolutamente sfruttato, se non ve la sentite in nome della tranquillità, allora siete nella partita sbagliata. Possono fare eccezioni i Sit & Go nelle fasi iniziali, ma fanno storia a sé in base alla particolare dinamica di quella forma di piccolo torneo, non perché il principio sia diverso.
Qui invece proviamo a fare due esempi che vadano leggermente più nello specifico, a mio giudizio i più comuni tratti di questa pericolosa tendenza.
Primo esempio: quante volte in un torneo avete sentito un giocatore dire "non mi gioco un coin flip, io!" Tale frase è folle indicativa di una tendenza sbagliata. Ora, sapete già che odio la frase "penso di essere in flip" perché troppo riduttiva rispetto ad una seria valutazione del ranger altrui, ad ogni modo in questo contesto ha il risvolto negativo d far vedere come una situazione flip certamente con della dead money per terra, venga rifiutata per un motivo molto semplice: aspetto una situazione migliore. Ed andando ancora oltre, si può trasformare nel seguente ragionamento "sono meglio di voi, non mi metto sul vostro piano in cui cercate il colpo di fortuna, io posso vincere il torneo sfruttando sempre situazioni di enorme vantaggio e arriverò primo giocando solo dei colpi super profittevoli". Non è cosi e dovreste saperlo. Volendo fare dei sofismi, siete voi che credete nella vostra fortuna e confidate sul fatto che vi verrà servito AA altre 10 volte prima della fine del torneo. Tuffatevi anche voi nella mischia quando è necessario, i flip vanno affrontati, la metà delle volte perderete, però fanno parte della strada da compiere per vincere un torneo, ossia dovete avere un po' di fortuna. Volete diventare dei giocatori vincenti nei tornei? Ebbene di flip che giocherete avranno un tratto comune: il resto lo avrete mandato voi e non viceversa.
Secondo esempio: esiste anche un a variante ancora peggiore "sapevo di essere avanti ma in questa fase ho preferito non rischiare". Ora, tralasciando alcune fasi iniziali in contesti particolari, la realtà dei fatti è che nessuno è così forte da potersi permettere di giocare sul velluto. Vuol dire proprio non aver capito il gioco. Il poker è un gioco fatto di piccolissimi vantaggi, non potete vincere se attendete di essere nuts sul flop oppure AA nel preflop.
Rinunciare a qualsivoglia vantaggio, salve rarissime occasioni, è ridicolo nel cash e lo è spesso anche nei tornei! Quanti errori si vedono fare per questi motivi nel gioco: tanti check a seguire per non rischiare, tanti limp, tante draw giocate in maniera passiva, tanti piatti giocati con eccessivo timore tra blinds, quante rinunce a bluff che possono passare spesso, quanti fold tra dinamiche di bottone verso blinds, o peggio ancora, quanta paura nelle fasi bolla!
Molti giocatori poi si tirano indietro in contesti privi di significato: per rimanere vivi nel torneo, infatti foldano contro stack maggiori mentre magari chiamano se possono coprire un'avversario. Giocano con certe carte solo se hanno molto chips solo perché ne hanno tante, non perché sia giusto farlo contro quel determinato avversario anche lui deep e così via. Ad ogni modo, svincoliamo il ragionamento dai tornei dove possono subentrare complesse valutazioni matematiche e parliamo del cash: il colpo o è conveniente nella vostra valutazione, oppure è sconveniente, dunque non va giocato. Considerarlo conveniente e poi non giocato è un percorso logico che non ha nulla di logico.
Ora, per chi mi legge costantemente, potete provare a legare gli ultimi articoli, infatti il mio poco apprezzamento verso l'openlimp può essere visto in questa ottica, così come la mia critica allo "small ball". Qui, un questo articolo, ovviamente è tutto amplificato, perché le maggiori capacità che portano a giocare Small Ball devono essere reali, ora siamo invece teorizzando che siano addirittura solo presunte.
Il prezzo dell'apparente prudenza è in realtà alto e molto salato. Solo che uno non se ne accorge. Se per voi andare a premio, oppure resistere nel torneo ha un valore, avete invertito coraggio e prudenza da un punto di vista temporale come detto in precedenza.
Per concludere, ci faccio partecipi di una mia curiosa forma di autoanalisi sperimentata tante volte, seppure solo di recente l'ho messa a fuoco. Agli inizi della mia passione per il Texas Hold'em, sognavo sempre di floppare nuts, di avere punti fortissimi, di avere A-A in mano quando qualcuno va All In e cose di questo tipo. Smettete di sognare e fate come me, che oggi per prendere sonno pensando a cose gradevoli, immagino di far foldare gli avversari mano dopo mano, e poi devono ancora foldare e foldare e foldare. Infine, proprio mentre sto per prendere sonno, l'ultima immagine che mi accompagna è ancora un fold da parte dell'ultimo avversario. E per far foldare gli altri bisogna puntare, correre dei rischi, investire delle chips. Il rischio si trasforma in prudenza, perché quando foldano avete vinto certamente.
La prudenza vi porta a non puntare, a foldare voi stessi, a rinunciare a delle opportunità. State invece solo correndo dei rischi, ecco perché parlo di illusione della prudenza. Sognare di poter controllare nel profondo il gioco è una finzione pericolosa, pensarlo seriamente è un errore enorme, credere che via sia del merito nel rinunciare a situazioni profittevoli vuol dire invece non aver capito il gioco.
Flavio Ferrari Zumbini
Altre informazioni
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