Come affrontare un bluff nel poker Texas Hold'em
Questa come abbiamo detto è una situazione abbastanza standard e tipica in cui fare una continuation bet. Questo significa di solito puntare una buona porzione del piatto, il che spesso pone fine alla mano. Ma che succede stavolta, il nostro antagonista ci segue, fa call. Si, a volte, l'avversario chiama la nostra continuation bet. Con questo call ci lascia la posizione, a questo punto dobbiamo renderci conto che un flop con carte basse (nessuna figura) potrebbe aver dato una mano favorevole al nostro avversario. Di certo non ne siamo sicuri; l'avversario può anche averci chiamato con A-K e dominare il nostro K-J non a colore (offsuited).
Quello che dobbiamo notare è che ha fatto "call". Ora, da un call del genere possono estendersi diverse situazioni:
l'avversario può avere una mano forte e fare slow-play (che fosse forte prima o dopo non ha davvero rilevanza a questo punto); l'avversario potrebbe pensare che siamo un giocatore abbastanza timido e pianificare dunque una puntata o un check-raise al turn o al river; potrebbe fare un call anche solo supponendo che il flop non ci abbia dato nessun aiuto, e che non poter permetterci di far crescere questo piatto con un Asso carta alta in mano; infine, potrebbe avere una coppia piccolina o un progetto (draw).
Ora, valutando il profilo del nostro avversario, potremmo anche pensare di tribettarlo al turn, se ci rilancerà, ma questo significa giocare un piatto davvero alto con una mano marginale. Queste sono proprio il tipo di situazioni che, sul lungo periodo, possono costarci care. Messa giù in termini semplicistici, se non abbiamo il coraggio o le carte per puntare anche al turn e/o river, allora è meglio rassegnarci e dire a noi stessi "Non metterò più fiches in questa mano; farò check o mi arrenderò".
Passare la mano, quindi ritirasi, quando il nostro avversario ci aggredisce a sua volta è una delle giocate più difficili da fare. Questo perché andiamo in conflitto con naturale propensione umana all'auto-protezione e alla lotta per sopravvivenza. passare una mano è spesso associato all'idea di codardia, piuttosto che a quella di intelligenza.
Quindi, ritirarsi da un bluff non ci farà mai sentire bene, ma se ci rendiamo conto che si tratta solo di una mossa strategica, che non ha nulla a che fare con la nostra personalità o il nostro carattere, saremo in grado di uscire indenni (almeno limitare i danni) dalle situazioni a rischio, almeno emozionalmente. I giocatori esperti sanno attendere pazientemente il momento migliore. Altri giocatori, più passionali, potrebbero soffrire davvero molto se sono costretti a passare una mano, e potrebbero andare in tilt solo per questo, per una singola mano passata.
Quindi, quando dobbiamo lasciare la mano perché qualcuno ha contro-rilanciato dopo di noi, ricordiamoci che ci saranno migliori occasioni per ritentare il bluff in futuro, in situazioni meno costose e pericolose.
Per seguire con successo un bluff non è sufficiente saper solo puntare, occorre saper rappresentare una mano forte, con coerenza, per tutto lo svolgimento della mano stessa. Quando si racconta una mano a un amico o conoscente (vi garantisco che capita spesso), è naturale per costui giudicare la vostra giocata in base a fattori classici: posizione, importo delle puntate, fase del torneo (o della sessione). Non dimentichiamo però che, soprattutto nel cash game, per vagliare una situazione di gioco in modo più avanzato va preso in considerazione un altro fattore importante. Proponiamo un semplice esempio.
Il giocatore A rilancia da bottone con K-Q e viene chiamato dal BB (big blind). Flop: 10-J-4 rainbow (tutti di semi diversi). Check di entrambi. Turn 7, ancora niente azione. River 4; check del BB e puntata di metà piatto dal bottone, che si aggiudica il pot (piatto). Ora modifichiamo leggermente lo scenario creato. Stesse carte per il giocatore A sul bottone; rilancio pre-flop e call del BB. Il flop stavolta è: A-9-4 con due carte a quadri. Check del BB e continuation bet di A, prontamente coperto. Turn 10, non di quadri. Check per entrambi. River 4; check del BB, piatto dal bottone e call del primo che mostra 8-8. Chi ha giocato meglio le stesse carte per con risultati diversi? (a parte il "bel" call di 8-8 ovviamente).
Ragioniamo. Nel primo caso, il giocatore da bottone ha sperato di chiudere qualcosa senza cercare di fare suo il piatto in progetto; poi, credendosi battuto al river, ha semplicemente chiuso gli occhi, puntato una somma a caso e sperato che l'avversario non avesse legato proprio nulla. Mano vinta, ma giocata senza nessuna idea. Che cosa rappresentano infatti qui check, check e bet al river? Che il giocatore non ha un'idea chiara di come giocare, e cioè di che mano rappresentare, magari anche partendo da un assioma binario molto ingenuo ma spesso efficace: su flop basso o accoppiato vado in continuation bet per simulare la coppia; su flop altro rappresento A-figura. Comunque vada, intanto metto pressione a scopro come reagisce l'avversario alle mie azioni.
Nel secondo caso, invece, il giocatore A punta sul flop con l'Asso e con un progetto a terra. Dopo il call dell'avversario, fa pot control, com'è ragionevole fare con mani come A-x e coppie alte sotto l'Asso. Dopo i blank su turn e river e la non chiusura del possibile progetto, il giocatore A punta di nuovo al river, "costretto" a seguire il proprio filo logico (in questo caso in modo molto coerente), vista la rappresentazione messa in scena al flop. Mano persa, ma nessun appunto da fare. Molto spesso non conta tanto si si è giocata bene o male una mano, quanto piuttosto cosa si sarebbe dovuto e potuto dare a causa della tale situazione o del tale board. Simile, ma non uguale. Tante volte si sa solo che un giocatore è andato in all-in al river in bianco ed è stato chiamato dall'avversario con il nuts. Analizzando le puntate e i vari stadi della mano, potremmo magari capire che in base a quello che voleva rappresentare il giocatore in bianco, l'all-in al river era l'unica mossa adeguata.
Sapere come giocare certe carte in alcune situazioni non basta. E' necessario anche "far giocare" le carte che non abbiamo in mano esattamente come se le avessimo, convincendo noi stessi, ancora prima degli altri, della nostra rappresentazione.
Le strategie nel poker
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Perché non riesco a giocare in un casino online o in una poker room dall'ufficio.