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Chi non ha sofferto in gioventù nel periodo della scuola? Più o meno tutti ( a parte i cosiddetti secchioni), il dover studiare a scuola già era difficile, ma i compiti a casa erano un vero dramma. Già allora i genitori (ovviamente anche i miei) e non solo ci dicevano che stavamo sbagliando, che fare i compiti a casa era importantissimo e che un giorno ne avremmo raccolto i benefici. Io per primo ho sempre fatto "spallucce" non ci ho ma creduto. Passati diversi anni (troppi) ho capito l'importanza di studiare e fare i compiti, in questo caso parliamo di compiti e studio per giocare a poker.
Come prima cosa ribadisco come sia importante (una frase scontata di sicuro), per essere uomini di successo c'è bisogno di apprende, studiare, informarsi e conoscere a fondo l'argomento di cui vogliamo eccellere, sia lavoro, sportivo o altro, in questo articolo specifico parliamo del poker o varianti come il Texas Hold'em.
Per diventare dei buoni giocatori di poker abbiamo bisogno e studiare costantemente. analizzare il nostro stile di gioco e di apprendere i principi della tecnica che sta alla base delle discipline in cui vogliamo emergere e non essere uno dei tanti (in questo caso giocatori di poker). Ovviamente, se confrontiamo il giocare a poker con lo studio del poker la parte che concerne lo studio ne esce abbastanza malridotta. Lo studio del poker può essere molto più noioso che giocarlo. Senza contare che spesso i giocatori ragionano in termini di profitto economico nel breve tempo. Acquistare materiale per imparare bene la materia costa sicuramente denaro, e ci viene spontaneo pensare che con quel denaro possiamo iscriverci a tornei di poker e studiare sui tavoli da gioco, con esperienze dirette. Il ragionamento mi sembra giusto, come la teoria, ma vediamo di analizzare la cosa da un diverso punto di vista. Un giocatore si dedica ai tornei di poker Sit&Go da appena 3 euro, diciamo massimo 9 euro. Ne gioca 10 al giorno (si da una regola) quindi la spesa totale è di 30 euro (per quelli di 3 euro), il costo medio in un buon libro che ci spiega il gioco del poker. Se acquista un libro, è vero che è come se giocasse i 10 tornei giornalieri, non vincendo mai nulla, quindi prendendo premi (ovvio non gioca), ma se dopo l'investimento e lo studio ha un piccolo miglioramento nel gioco, come ad esempio una volta ogni 30 tornei, invece di rimanere fuori dalle vincite riesce a portare a casa il premio più basso, quindi 4,5 euro (di solito). Facendo un semplice calcolo, si trova quindi a portare a casa ogni 300 tornei (il totale mensile) 10 3° posti in più, quindi in media 45 euro in più nel bankroll. Come vediamo, se vediamo appena più oltre, emergono immediati vantaggi, per non parlare poi del lungo periodo. Studiare ci occupa del tempo, ma non è detto che lo debba portar via al poker. Possiamo sicuramente dedicare del tempo (lo dobbiamo trovare per forza ottimizzando i nostri tempi) nella nostra giornata, vanno bene anche non troppo ampi (poco meno di un un'ora) visto che molte piccole sessioni di studio sono molto più fruttuose di poche sessioni prolungate. Per ora fidatevi di quest'ultimo concetto, prima o poi ci andremo più a fondo. Tanti altri giocatori hanno la convinzione che lo studio sia redditizio, ma non riescono a trovare la voglia di per la l'applicazione. In fondo studiare è sempre un'attività faticosa della quale non ci piacere farci carico. Dobbiamo capire che spesso non solo le cose ad essere troppo incombenti, ma le motivazioni troppo scarse. Avendo le giuste motivazioni anche nel "fare i compiti a casa" potremmo affrontare lo studio del poker e quindi aumentare la qualità e la resa del nostro gioco senza percepire il tutto come una fatica o forzatura; semplicemente sentiremo che terminato di giocare "il turno non è finito". In proposito ci viene d'aiuto il dottor Albert Ziegler dell'università di Ulm. Questo psicologo ha studiato i fattori che motivano all'apprendimento gli studenti. Portando avanti osservazioni e batterie di studi sperimentali su allievi di diverse scuole, Ziegler ha concluso che i fattori determinanti per rafforzare la motivazione all'apprendimento scolastico sono tre. Andiamo a analizzarli uno a uno, applicandoli alla materia che ci interessa. Autodeterminazione Come primo punto lo studente deve percepirsi come autodeterminato. Sentire quindi che è lui che vuole apprendere e andare con il proprio studio verso una certa direzione. Per uno studente normale, obbligato ad andare a scuola e a studiare, è difficile sentirsi autodeterminato. In questi casi, i docenti possono usare lo stratagemma di concordare obiettivi con gli studenti. Un giocatore di poker, invece, può prendere coscienza della sua autodeterminazione più facilmente, essendo davvero l'unico responsabile del suo percorso formativo. Può quindi stabilire da solo un piano di studio e soprattutto gli obiettivi da perseguire. A tal proposito è determinante una prima fase di autoanalisi. In questa fase, il player deve essere onesto con se stesso e cercare di capire quali sono le principali lacune del proprio gioco. Poi deve decidere quali affrontare e stabilire un piano di studi. Tornando al giocatore che gioca Sit&Go da 3 euro, ipotizziamo che questi, analizzando i propri risultati, evidenzi che esce spesso nelle posizioni tra la quinta e la terza. Inizia quindi a nutrire dubbi sul suo gioco short stack, si fa strada l'idea che non è solo sfortuna. Forse non è colpa degli avversari folli che chiamano all-in con carte oscene? In effetti nota che troppo spesso si riduce a giocare con stack di 2 o 3 bui perdendo fold equity. Dopo l'analisi, il nostro giocatore di Sit&Go decide quindi il suo obiettivo; migliorare nel gioco short stack. La percezione di autodeterminazione quindi è data dal fatto che è lui che ha analizzato il suo gioco, ma soprattutto che ha deciso autonomamente in cosa migliorare. Il primo passo è fatto. In questa fase fondamentale l'unico problema che alcuni soggetti potrebbero avere è il non riuscire a essere onesti con se stessi, sbagliando quindi l'analisi di gioco. Spesso i giocatori cercano di proteggere la propria auto-stima preferiscono ignorare le proprie debolezze nel gioco e imputare tutto al caso rimanendo paralizzati nei propri errori. Visto che la perfezione nel poker non esiste, se non riusciamo a individuare errori particolari nel nostro gioco abbiamo bisogno di un aiuto esterno. Qualcuno che sia disposto ad analizzare il nostro gioco e ci dica cosa ne pensa, quali sono lui le nostre debolezze. Il nostro consulente deve essere una persona su cui riponiamo fiducia e che vediamo preparata. Una volta ricevute le opinioni del nostro consulente, dobbiamo rifletterci sopra e arrivare a definire da soli qual'é il nostro obiettivo, cioè in cosa vogliamo migliorare attraverso uno studio specifico. Determinare da soli i nostri obiettivi è un passo fondamentale per percepirci come auto-determinati e quindi iniziare il nostro percorso didattico nel modo migliore, ricordiamolo. Percezione delle competenze Il dottor Ziegler ha rilevato che gli studenti, per avere una buona motivazione nel percorso di studio, devono riuscire a percepire le proprie competenze. Questo va a creare un circolo virtuoso secondo il quale percepire le proprie competenze come aumentate, grazie a una performance migliore, aumenta la motivazione allo studio che a sua volta incide ancora in senso positivo sulle prove future. Per un alunno classico toccare con mano l'incremento delle proprie competenze è abbastanza semplice, man mano che studia vede i suoi profitti scolastici lievitare. Per il giocatore di poker intento del proprio miglioramento non è lo stesso. Tornando al giocatore di Sit&Go da 3 euro, potrebbe succedere che malgrado i suoi studi i suoi profitti calino nel brevissimo periodo. Ebbene si, la causa è proprio quella che state pensando, la famosa varianza. La varianza, nel breve periodo, può non farci avere la giusta percezione del nostro gioco; questo ovviamente porta a un calo o addirittura a annullamento della motivazione. Pensiamo che se i risultati non migliorano o addirittura peggiorano e inutile studiare, anzi, forse stiamo snaturando il nostro gioco peggiorando la situazione. Questo sarebbe un colpo mortale al nostro processo di auto miglioramento. In questa seconda fase, quindi, abbiamo bisogno di andare un po' più a fondo e non fermarci alla rilevazione dei profitti. E' necessario dedicarsi all'analisi post sessione. Una volta finito di giocare dobbiamo analizzare cosa abbiamo fatto osservando a freddo il nostro gioco. Il nostro ipotetico giocatore di Sit&Go intento a migliorare il suo gioco da short stack dovrà andare ad analizzare la sua hand history per dire come si è comportato ogni volta che si è ritrovato short stack, evitando ovviamente di rimanere "result oriented". Quindi, non conta come è finito il torneo, ma le mosse che abbiamo fatto in relazione a quello che stiamo studiando e a come comportavano prima nelle stesse situazioni. Così potremmo percepire una cambiamento nel nostro gioco e un aumento delle nostre competenze che ci darà la motivazione a continuare nello studio e ci consentirà di superare il momento negativo. Una volta che i risultati arriveranno e i profitti si impenneranno non avremo nessun problema a percepire in maniera ancora più forte le acquisite competenze. Integrazione sociale dell'apprendimento Infine, il dottor Ziegler ha rilevato che l'alunno ha bisogno di integrare il proprio apprendimento con gli altri per mantenere alta la motivazione. Nelle scuole i professori utilizzano a questo fine il lavoro di gruppo dove diversi alunni collaborano per un obiettivo comune quindi per forza di cose devono integrare socialmente il proprio apprendimento se voglio raggiungere la meta. Sembrerebbe che anche nel poker questo sia facile, in fondo giochiamo sempre in tavoli pieni di gente, non abbiamo certo problemi di socialità. C'è un piccolo problema, evitando ogni forma di buonismo, dobbiamo ricordare che noi giochiamo contro gli altri giocatori, non assieme a loro. Gli obiettivi dei giocatori al tavolo sono chiaramente in forte competizione. Come integrare allora socialmente il nostro apprendimento? Credo che internet sia la strada più corta. Quando vogliamo integrare socialmente il nostro apprendimento ci è sufficiente frequentare altri giocatori in modo collaborativo e non competitivo. Questo è possibile dal vivo avendo amici che giocano e che vogliono discutere con noi, ma naturalmente è più facile su internet dove questi amici possiamo incontrarli virtualmente ogni volta che lo vogliamo o che ne sentiamo il bisogno. Collegandoci possiamo scegliere il forum pokeristico che preferiamo e frequentarlo nei giorni e agli orari che preferiamo. Frequentando assiduamente un forum tecnico avremo diversi vantaggi che vanno dall'analizzare il nostro gioco con altre persone, entrare in contatto con diverse idee di gioco allargando i nostri orizzonti, confrontarci sulle cose che abbiamo appreso, fino, in poche parole, a integrare socialmente il nostro apprendimento. Ci troveremo quindi non solo a studiare in modo piacevole frequentando forum, ma anche a rafforzare la nostra motivazione. Questo è un fenomeno che si percepisce in maniera molto forte nell'immediato, quindi, ogni volta che sentiamo che studiare un po' o analizzare la nostra sessione di gioco per noi è troppo pesante, possiamo sospendere per un giorno dedicandoci a un forum. La voglia di studiare un po' di poker tornerà velocemente. Questi sono i tre pilastri su cui poggia la motivazione all'apprendimento. Sfruttare questi tre concetti ci aiuterà a non percepire lo studio come una fatica inutile, ma come attività stimolante anche se faticosa, e questa è una grossa differenza. Solo così potremmo essere sicuri di portare avanti uno studio costante nel corso della nostra vita pokeristica. Del poker spesso si dice "ma minuti per imparare le regole e una vita per diventare maestri". Questo per evidenziare il principio secondo cui lo studio del gioco non deve essere mai abbandonato nella carriera di un qualsiasi giocatore. Il nostro giocatore di Sit&Go da 3 euro, una volta perfezionato il gioco short stack, avrebbe quindi la forza di dedicarsi allo studio della fase intermedia per migliorarla per proseguire poi con il gioco nella fase di bolla e via dicendo finché... beh, finché sarà abbastanza forte da giocare e scalare livelli. |