Il check-raise nel Texas Hold'em

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    Il check-raise una delle armi più efficaci nel Texas Hold'em, nelle fasi di gioco come il flop, il turn o al river, una strategia che spesso sorprende i nostri avversari. Vediamo come e quando utilizzare questa strategia di gioco.

    Innanzi tutto, evidenziamo che il check-raise (essendo una giocata poco convenzionale) deve essere utilizzato con molta attenzione. Gli avversari saranno spesso spiazzati dalla forza dimostrata dalla nostra azione. Il check-raise, di solito, aiuta a districarsi nel modo migliore da una posizione sfavorevole: di regola, lo si sfrutta solo quando si parla per primi.

 

Check-raise per valore
    Ci sono diversi casi per cui il check-raise è la mossa più corretta, in modo particolare quando si vuole farci pagare da una mano inferiore. Per esempio: un avversario (che sappiamo essere un giocatore tight "chiuso") ha fatto un raise da mid position. Noi chiamiamo da BB (grande buio) con 3 di fiori e 3 di quadri. Il flop è: 3 di cuori, 5 di picche e 9 di quadri. Abbiamo chiuso un set (tris) e facciamo check. Sappiamo che, essendo chiuso, probabilmente avrà una mano forte (monster hand), e quindi optiamo per il check-raise confidando di essere chiamati e quindi di poter estrarre valore successivamente.
    Questo è il caso più semplice, sia chiaro. Ci sono volte, però, in cui non occorre una mano così forte per tentare il check-raise: basta una coppia, soprattutto se la nostra mano è facilmente superabile.
    Secondo esempio: sempre lo stesso avversario fa raise da mid position. Noi chiamiamo con 5-5. Il flop è 2-4-8 rainbow (tutti semi diversi). Facciamo check. Come nel caso visto prima, l'avversario potrebbe avere un'overpair, ma anche una mano come A-K fino a A-J o K-Q. Se il giocatore prova una CBet (continuation bet), potremmo guadagnare da questa mossa e allo stesso tempo non concedere una carta gratis. La nostra mano, nel caso fosse la migliore, sarebbe comunque molto vulnerabile. Dovremo però essere molto cauti nel caso ci chiamasse o decidesse di fare un ulteriore raise. Nell'ipotesi che l'avversario non decida di seguirci con, ad esempio, A-K, avremmo comunque vinto il piatto di dimensioni interessanti che ci sarebbe potuto altrimenti scappare tra turn e river.
    I due esempi hanno lo scopo di estrarre il massimo valore, sia in caso si un punto molto forte sia di uno marginale.

Il check-raise bluff
    Proprio per le ragioni che fanno del check-raise per valore un'azione molto forte, ci portano a utilizzarlo anche come arma potente per i nostri bluff, con cui passare tantissime mani superiori alla nostra.
Facciamo un altro esempio. Dopo un raise da cut-off, difendiamo il BB con K-Q, entrambi di fiori. Il flop è 5 di cuori, 9 di picche e J di fiori. Al nostro check, l'avversario reagisce con una Cbet. Se decidessimo di contrattaccare in check-raise, lui si troverebbe in estrema difficoltà se il suo punto non fosse molte forte. Quello che vogliamo ottenere, in pratica, è di vincere un piatto contro alcune mani che ci sconfiggerebbero e contro mani che batteremmo, ma che (per via della posizione vantaggiosa dell'avversario) potrebbero trasformarsi in pericolosi bluff, In modo particolare, con tutte le combinazioni di Assi (tranne A-J), l'avversario non potrà continuare. Con tutte le coppie medio piccole (come ad esempio 7-7) sarà costretto a lasciare il piatto. Se il giocatore, aggressivo, puntasse al flop con mani molto deboli, come 6-7 suited (dello stesso seme), vedrebbe il suo bluff impossibile da continuare. Se al contrario decidessimo di fare call, ci troveremmo inermi ad una seconda puntata al turn, nel caso non esca una delle carte che ci potrebbero aiutare. In tutti i casi quindi vogliamo rappresentare un punto molto forte, nonostante al momento la mano non valga praticamente nulla se non una vaga possibilità di migliorare in seguito.

Il check-raise in semibluff
    Un'altra opzione valida per attaccare in check-raise è quando la nostra mano al momento non ha particolare valore ma, potenzialmente, potrebbe chiudere un punto molto forte.
    Il giocatore di prima effettua un raise da cut-off e noi, con K-J suited di cuori ci limitiamo al call da grande buio. Il flop è 3 di cuori, 5 di cuori e 9 di picche.
    Come negli altri esempio passiamo la parola all'avversario. Quest'ultimo decide di puntare. Ora dobbiamo prendere una decisione: molti, in questo caso, opterebbero per il solo call, in modo da non pagare troppo un eventuale progetto. Io, al contrario, suggerisco il raise, fondamentalmente per tre motivi:
    1. Possiamo chiudere la mano immediatamente pur avendo nulla, facendo passare tanti punti superiori al nostro.
    2. Creiamo un piatto più grande che ci farà vincere di più le volte che chiuderemo il progetto.
    3. Una carta neutra al turn, molto spesso, ci darà la possibilità di vedere il river gratuitamente perché al nostro check l'avversario, se ci avesse seguito al flop, non sarà certo di poter puntare.
    Al flop abbiamo un progetto a colore second nuts (ossia il secondo migliore progetto di colore) e due over cards; pertanto, anche contro una coppia come 10-10 siamo matematicamente favoriti (circa 53%, quasi mai meno di un coin flip). Anche contro una mano che invece risulta molto più forte, come Q-Q, abbiamo ugualmente il 45% di possibilità di passare in vantaggio.
    Quando si utilizza il check-raise in semi bluff è però molto importante capire se l'avversario può realmente passare la mano. Nell'esempio precedente, infatti, se l'avversario avesse avuto davvero un'over pair come Q-Q, sarebbe stato spinto a continuare e noi avremmo dovuto chiudere il punto per poter vincere.
    E' perciò cruciale leggere molto bene il board per capire quando le odd sono a noi favorevoli: sé al posto di K-J di cuori avessimo avuto 10-J di cuori contro Q-Q, avremmo avuto solo il 35% di possibilità di vincere.
    Uno degli errori più comuni e proprio quello di non capire quando il board è tale per cui un eventuale check-raise si trasformerebbe immediatamente in un suicidio!
    Se il flop di prima fosse stato 3 di cuori. 5 di cuori e A d fiori, effettuate il check-raise sulla puntata del cut-off sarebbe stato rischioso. L'Asso, infatti, fa sicuramente parte del suo range; non solo, statisticamente parlando, ci sono molte più combinazioni di Ax che effettuano un  raise da late position piuttosto che coppie alte. Un altro aspetto che si vede valutare è al dimensione degli stack. E' importante cercare di non trovarsi ad investire molte chip per poi dover passare ad un all-in al flop o al turn senza quindi avere reali chances di vincere la mano applicando una strategia aggressiva né tantomeno di vedere tutte e cinque le carte per chiudere il progetto.

Per concludere
    Abbiamo visto quali sono le occasioni per cui può essere ottimale giocare in check-raise. Avere ben chiaro quando e come utilizzarlo ci permette di massimizzare la nostra mano o di vincere piatti che altrimenti sarebbero stati certamente vinti dall'avversario. E' perciò importante capire che il check-raise è un'azione fortemente aggressiva e allo stesso tempo molto onerosa: dobbiamo infatti utilizzare spesso una parte sostanziosa del nostro stack perché sia efficace.
    Il grande vantaggio del check-raise è che rende lo svantaggio posizionale un'arma. A causa di tutte queste caratteristiche, non si può utilizzare con frequenza troppo elevata perché avversari attenti saranno in grado di prendere le dovute misure, soprattutto nel caso del bluff o del semibluff.
    Un'ulteriore considerazione da fare è su come agire nel caso l'avversario decida di chiamare la nostra giocata: prendiamoci il tempo necessario per pensare a cosa faremo al turn, a seconda della carta che cadrà: se stiamo bluffando, siamo disposti a continuare? Se siamo in semibluff e facciamo check, che farà l'altro giocatore? Se abbiamo un punto forte, come possiamo togliere altre chip? Programmare in modo preciso la giocata ne Poker Texas Hold'em ci facilita la mano ed evita situazioni molto complicate, visto che avremo pensato in anticipo sul da farsi.

 
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