La posizione al tavolo da gioco
Strategia Poker - L'importanza della posizione al tavolo da gioco
I giocatori principianti e anche i poco esperti giocano al Texas Hold'em senza preoccuparsi troppo della posizione del momento al tavolo di poker. Nulla di più errato! Vediamo ora di spiegarne i motivi.
Il poker è una disciplina che deve tener conto sia dei giocatori seduti al tavolo e in modo particolare della posizione, ossia, conoscere il proprio avversario e avere il vantaggio della posizione su di lui.
La posizione indica il posto al tavolo di poker in cui il giocatore siede rispetto agli altri. Se qualcuno dice "ho la posizione sul quel giocatore", vuol dire che è seduto alla nostra sinistra e agirà sempre dopo di noi. Spesso la posizione definisce dove siamo collocati al tavolo rispetto al mazziere (dealer, button, bottone) e quindi se agiremo per primi, secondi, terzi e via così, in un giro di tavolo. la posizione è sempre relativa al tavolo, in quanto il bottone del dealer ruota costantemente in senso orario e ogni giocatore occupa progressivamente tutte le posizioni possibili.
Il potere della posizione è spesso sottovalutato o perlomeno mal utilizzato dai giocatori alle prime armi. Alle volte non ci si rende conto della propria posizione al tavolo, in modo speciale quando si gioca dal vivo al casinò dove molti fattori esterni contribuiscono a far perdere l'orientamento.
Preso di mira
Nel Texas Hold'em ci sono il bottone del dealer e alla sua sinistra il piccolo e grande buio, seguiti dal giocatore in terza posizione, conosciuta come UTG (Under The Gun), dove la traduzione è proprio "sotto tiro di pistola" in quanto è il giocatore che agisce per primo nel giro di puntate che segue la distribuzione delle carte. Questa è la posizione più scomoda e debole al tavolo di poker in quanto, dopo aver preso propria decisione, si è esposti alle reazioni di tutti gli altri giocatori.
Al contrario la posizione più forte di tutte è quella del dealer, il quale prima di agire può controllare l'azione di tutti gli altri; se gli avversari hanno solo chiamato senza rilanciare, può forzare il rilancio con una mano relativamente debole e cercare di rubare i bui e le puntate dei "limpers" (ossia di coloro che si sono limitati al call dei bui).
La posizione determina anche la giocabilità o meno di determinate mani iniziali. Per esempio, in posizione iniziale ci vengono serviti un Asso e un 5: alcuni giocatori considerano queste carte accettabili e le giocano, quando in realtà bisognerebbe lasciare immediatamente. Al contrario in late position, qualora non vi siamo stati rilanci precedenti, la stessa mano assume valore e può addirittura essere rilanciata, allo scopo di rubare i bui. Perfino giocatori esperti commettono qualche ingenuo errore cercando di proteggere a tutti i costi i bui contro dei rilanci, avendo delle mani mediocri. Sono fuori posizione e questo li costringe quasi sempre al fold nei turni successivi di puntate, a meno che un miracoloso flop non abbia migliorato la loro mano iniziale.
Le teorie di David Sklansky
Un grande giocatore professionista e teorico del Texas Hold'em, Sklansky nel suo più che noto libro "Teoria del Poker" ha illustrato in modo perfetto il concetto di giocabilità delle carte, suddividendole in un range di 72 mani iniziali, che rappresentano per lui le uniche veramente giocabili e inserendo le stesse in una tabella di otto gruppi che ne illustra la forza in base alla posizione.
Sostanzialmente, essendo il poker un gioco fatto d'informazioni incomplete, in cui le carte degli avversari (e sono tante) restano nascoste fino allo show down (a differenza per esempio degli scacchi in cui la situazione è sempre ben chiara ed evidente di fronte ai giocatori), giocare in posizione vuol dire poter prendere delle decisioni in base a delle preziose informazioni aggiuntive.
Ovviamente ci saranno giocatori che cercheranno di nascondersi, giocando in slow play (senza rilanciare subito il proprio punto, per poi attaccare in un secondo momento), ma in generale un piatto che ha visto solo dei check sino a noi che sediamo di bottone, è decisamente più probabile che si possa vincere con una puntata.
Al contrario se c'è stato un raise in precedenza o addirittura un re-raise, quando toccherà a noi prendere una decisione in late position, avremo modo di rivalutare la nostra mano in base a queste azioni già compiute. Ecco quindi che agire in posizione è indiscutibilmente un enorme vantaggio e va sfruttato con intelligenza, alle volte bluffando dopo un precedente segnale di debolezza, alle volte passando anche se controvoglia una mano discreta ma comunque battibile.
Le posizioni
1) Early Position o "posizioni iniziali", ovvero il primo giocatore chiamato a parlare (che nel linguaggio del poker è detto UTG "Under The Gun") è quello subito dopo di lui, cioè l'UTG+1;
2) Mid Position o "posizioni centrali; i due giocatori che seguono, che chiameremo MP e MP+1;
3) Late Position o "posizioni finali"; sono tre e arrivano fino al giocatore che è in possesso del bottone del dealer, esse sono: High Jack (HJ), che viene subito dopo i giocatori di Mid Position; Cut Off (CO), il giocatore che segue HJ; Dealer o Button, l'ultimo a parlare nell'azione dopo il flop;
4) Blinds o bui; i due giocatori che hanno già contribuito al piatto e che chiudono il gioco pre-flop, ma che saranno i primi a parlare girate le prime tre carte.
SB = Small Blind, piccolo buio; BB = Big Blind, grande buio.
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Perché non riesco a giocare in un casino online o in una poker room dall'ufficio.