Come non giocare una coppia al Poker Texas Holdem
Giocare una coppia nel Texas Hold'em. Gli errori da non commettere.
Quando la coppia viene scoppiata. Prima regola del Texas Hold'em: quando si riceve in mano una coppia alta è sempre consigliabile effettuare un rilancio, altrimenti è vietato prendersela con la sorte avversa nel caso non si riesca a vincere il piatto.
Nel Texas Hold'em capita molto spesso che l'esito di una mano sia determinato dalle scelte effettuate dai diversi giocatori nel momento in cui ricevono le due carte personali, e quindi durante il pre-flop.
Infatti, bisogna avere sempre bene in mente che ogni nostra decisione è strettamente legata a quella degli avversari e che i nostri movimenti siano in grado di indirizzare una mano verso una conclusione o verso un'altra. La decisione di rilanciare (raise) o di vedere (call) soltanto l'importo del "grande buio", tanto per fare un esempio, sarà determinante per stabilire chi parteciperà al gioco. E' quasi impossibile, infatti, che chi riceve due brutte carte (in gergo tecnico, una mano "marginale") investa una somma importante per vedere il flop. Soprattutto considerando che con il nostro rilancio avremo dato l'idea di avere una buona mano, difficile da battere.
Ma se invece nessuno rilancia, oltre al grande buio (che non deve aggiungere altre chips), molto probabilmente parteciperà al piatto il piccolo buio (considerata la piccola somma che deve aggiungere) e anche chi si trova sul bottone (il dealer o mazziere), la posizione migliore in assoluto, in una partita di Texas Hold'em, dato che sarà sempre l'ultimo a parlare.
Quando si ricevono due buone carte, come una coppia, è quindi fondamentale rilanciare sempre, in modo da ridurre i partecipanti al piatto ed evitare di subire colpi sfortunati. La mano che andiamo ad analizzare è proprio una di quelle il cui esito è in gran parte determinato già dall'inizio del gioco, cioè fin da quando il giocatore che chiameremo "Mario", che ha ricevuto dal mazziere una coppia di 10, decide di vedere soltanto l'importo del grande buio (big blind), senza rilanciare.
Situazione iniziale Pre-Flop.
Siamo al terzo livello di bui (75/150) di un torneo che prevedeva 1.500 gettoni di partenza (stack) per ogni giocatore iscritto. Le prime fasi di gioco non hanno variato di molto la situazione iniziale e tra i sei giocatori al tavolo regna un grande equilibrio.
Dopo gli ovvi fold di Paolo e Giorgio, che sono i primi a parlare e non hanno carte giocabili (6-8 per uno, J-5 per l'altro), anche Federico passa, considerando il suo Asso troppo male accompagnato (il kicker, cioè la seconda carta, è un 3) per reggere rilanci.
Aurora, che si trova sul bottone, pur non avendo carte particolarmente buone (Q-9, infatti non può certo essere considerata una mano forte) decide di sfruttare la posizione (la migliore in assoluto) e di partecipare comunque al gioco. Mario, che è il piccolo buio (small blind) scopre una coppia di 10 e, invece di rilanciare (sarebbe la scelta corretta), decide soltanto di vedere (call).
Primo errore. In caso di coppia in mano è sempre opportuno effettuare un rilancio, in modo da eliminare dal piatto tutti i giocatori con mani marginali. In questo caso, per esempio, se Mario avesse rilanciato avrebbe vinto il piatto senza nemmeno arrivare al flop, perché nessun altro giocatore, viste le carte, avrebbe accettato la puntata.
Grazie la scelta discutibile di Mario, invece, Antonio, che si trova in posizione di grande buio e ha in mano un K-4 di fiori, non deve aggiungere gettoni per partecipare alla mano e ha così la possibilità di vedere il flop (cosa che non sarebbe successa in caso di rilancio).
Il Flop.
Le prime tre carte comuni scoperte dal dealer (operazione che in gergo si chiama flop) sono un 7 di fiori, un sette di quadri e un 8 di picche. Il primo a parlare è Mario (in posizione di piccolo buio), che a questo punto ha una doppia coppia di 10 e 7. Il flop, tutto sommato, è abbastanza vantaggioso per lui. L'8, infatti, non gli può far troppa paura perché è improbabile che uno degli avversari rimasti in gioco ne abbia due in mano, mentre l'unico rischio è che Aurora o Antonio abbiano invece un 7; in questo caso, infatti, avrebbe chiuso un tris, superiore alla sua doppia coppia.
La decisione più logica, quindi, sarebbe quella di effettuare un bet, di poco inferiore al valore del piatto (che in questo momento è di 450), per vedere la reazione degli avversari. Nel caso in cui qualcuno vedesse la puntata (facesse dunque call), Mario dovrebbe iniziare a pensare che la sua doppia coppia di 10 e 7 possa non essere sufficiente per vincere il piatto e che gli convenga stare a vedere che cosa succederà al turn (la quarta carta comune. Se, invece, Aurora o Antonio decidessero addirittura di rilanciare, la scelta più saggia sarebbe quella di ritirarsi con pochi danni, abbandonando il piatto, perché è molto probabile che in giro ci sia un tris di 7.
Mario, invece, lascia la parola agli avversari e bussa (check). Secondo errore: ci sono ottime possibilità che i suoi due 10 siano il punto più forte in quel momento, quindi perché continuare a far girare carte gratis agli avversari? Inoltre, in questo momento Mario non è in grado di capire con che cosa Aurora e Antonio stanno partecipando al gioco e, quindi quali rischi possano arrivare da turn e river.
L'errore di Mario consente ad Antonio e Aurora (che al momento in mano non hanno assolutamente nulla) di vedere la quarta carta comune (turn). Anche in questo caso, a Mario sarebbe bastata una piccola puntata per aggiudicarsi il piatto.
Il Turn.
L'asso di fiori girato dal mazziere al turn inizia a complicare la mano di Mario. Con queste quattro carte scoperte, infatti, il rischio di vedersi sfuggire un piatto già vinto sale. Mario prima di decidere come agire, deve fare alcune considerazioni.
a) Antonio o Aurora potrebbero avere un Asso in mano, anche se quasi sicuramente accompagnato da una seconda carta (kicker) bassa, altrimenti avrebbero rilanciato al pre-flop.
b) E' possibile che abbiano in mano il famoso 7 (quindi un tris) e non abbiano puntato dopo il flop per tendere una trappola agli avversari.
c) Infine, ora i fiori sul tavolo sono due e qualcuno potrebbe avere quattro quinti a colore, con il 19% di possibilità di chiudere il punto a river.
Fatte queste riflessioni, Mario decide di puntare 180 chips (poco più un terzo del piatto) per capire se la coppia di 10 sia, o meno, la mano migliore. In caso di rilancio di uno dei suoi avversari, probabilmente sarà costretto ad abbandonare il piatto. Se, invece, uno dei due si limiterà a vedere la sua puntata, allora dovrà aspettare il river per decidere cosa fare.
Terzo errore: la puntata è troppo bassa e consente, con un minimo investimento, di vedere anche l'ultima carta (river) ai giocatori che non hanno ancora un punto, ma solo un progetto. Come, ad esempio, chi ha quattro quinti a colore. Inoltre, una puntata così non elimina dal piatto nemmeno un eventuale giocatore con Asso e una seconda carta bassa, che proverà al river a migliorare ulteriormente il proprio punto, magari con una doppia coppia.
Il River.
E' arrivato il momento del river. Il mazziere pone sul tavolo la quinta carta comune. Cattive notizie: il river e un Jack di fiori, una bruttissima carta per Mario, che ora vede sul tavolo tre carte di fiori, con una buona possibilità che Antonio abbia realizzato colore.
Il fatto che la sua puntata al turn sia stata vista dal suo avversario, infatti, gli crea più di un sospetto che la sua doppia coppia di 10 e 7 non sia affatto sufficiente per vincere il piatto. Antonio potrebbe avere proprio il colore, un tris di 7, una doppia coppia Asso e 7 o, addirittura una coppia Jack 7, tutti punti superiori al suo.
A questo punto fare una puntata sarebbe assolutamente inutile perché servirebbe solo a perdere ancora chips. Mario sceglie quindi di bussare (check), prendendo la prima decisione davvero corretta della mano, ma consegnando, in pratica, il piatto ad Antonio.
Questi, infatti (ha colore imbattibile "nuts"), effettua una puntata di 400 chips (value bet), cercando di ottimizzare la vincita. Mario passa (fold) e Antonio vince la mano aggiudicandosi l'intera posta.
Perché Mario ha perso.
Mario ha perso perché ha commesso un'incredibile serie di errori, dimostrandosi davvero poco esperto. Con una coppia di 10 non ha rilanciato al pre-flop, facendo giocare agli avversari mani assolutamente marginali. Dopo un flop tutto sommato favorevole, ha bussato, spaventato dalla remota possibilità che qualcuno avesse un punto superiore al suo.
Dopo, il turn ha puntato troppo poco, così anche chi aveva solo progetto di punto (Antonio) ha ritenuto conveniente provare a legarlo.
Cosa abbiamo imparato?
Per giocare al poker, in questo caso nel Texas Hold'em, occorre essere anche un po' "coraggiosi". In caso di una coppia in mano è fondamentale rilanciare, non tanto per portare subito a casa il piatto, ma per ridurre il numero di avversari che potrebbero poi batterci con un colpo di fortuna.
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