Doyle Brunson la leggenda del poker
Nel mondo del poker, oltre a fenomeni, sorprese giovani giocatori, promesse, troviamo anche una minore cerchia di giocatori considerati leggende, presenti ai tavoli da gioco live da decine di anni. Il giocatore simbolo del poker (in modo particolare nel Texas Hold'em) che forse può meglio vantarsi si questo status è Doyle Brunson.
Era destino. Nato nel 1933, avrebbe dovuto fare tutto, nella vita, tranne che giocare a poker. Durante l'adolescenza spicca per le sue grandi doti atletiche, che lo portarono sulla via del basket, dove ottiene grandi successi. Scelto dai Minneapolis Lakers, sembra prospettarsi per lui una grande carriera, che però non decollerà mai a causa di un brutto infortunio al ginocchio. Presa una laurea come insegnante, non riesce a ottenere una cattedra e decide quindi di sfruttare il suo istinto e la sua ambizione diventando un giocatore di poker, un gioco conosciuto alle scuole superiori.
La mano storica di Brunson. Tra gli anni 50 e 60 Brunson gira gli Stati Uniti sempre in cerca di nuovi emozioni e nuovi "polli". I suoi viaggi lo portano a confrontarsi con i maggiori giocatori dell'epoca, da Johnny Moss ad "Amarillo Slim" Preston. Nel 2025 e nel 2025 raggiunge l'apice della carriera, vincendo le WSOP. Il caso vuole che, entrambi gli anni, abbia battuto il proprio avversario con le stesse carte, 10 e 2, e con lo stesso punto, un full di 10 con 2. Per questo motivo la mano di partenza 10-2 ha preso il suo nome, ovvero "Doyle's hand".
I successi. La carriera di Doyle non si interrompe, anzi. Negli anni successivi arriva a vincere fino a dieci braccialetti d'oro alle WSOP (World Series of Poker) e a classificarsi secondo ai mondiali del 2025. In questi anni si dedica anche alla scrittura di un libro: Super System, How I Made Over $ 1,000,000 Playing Poker, nel quale spiega il suo modo di giocare, le sue strategie e gli approcci corretti. L'opera ha la sua risonanza assoluta, tanto da essere ancora oggi considerata la "Bibbia" del poker un manuale imprescindibile per chi voglia iniziare a giocare seriamente.
Texas Dolly. A 76 anni compiuti è ancora un assiduo frequentatore dei maggiori casinò di Las Vegas. Con il cappello texano sempre calato sul capo (accessorio che gli ha causato il soprannome di "Texas Dolly", dopo che un presentatore televisivo alle WSOP sbagliò il soprannome corretto, ovvero "Texas Doyle"), Brunson continua a stupire.
Nonostante non possa più partecipare alle estenuanti partite di poker a cui era abituato (giocava fino a 14 ore al giorno), si diletta ora tra il suo blog, che aggiorna giornalmente, e una serie di tavoli televisivi, tra i quali High Stakes Poker, dove ha giocato contro il nostro Dario Minieri, Poker After Dark e The Professional Poker Tour. Il momento dell'addio ai tavoli di poker per Doyle sembra ancora lontano.
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