Per un problema alla schiena, Marco Copelli ha perso il lavoro. Mentre cercava un'altra occupazione, si è messo a giocare a Texas Hold'em e la sua vita è cambiata. A volte il poker può cambiarci la vita. Certo, vincere un torneo importante rimpingua il conto in banca; però, per qualcuno, il Texas Hold'em ha rappresentati qualcosa in più, un mezzo per "risalire la china". Marco Copelli non é un giocatore professionista, non é ricco e non è neppure famoso, ma al poker e al suo ambiente deve tantissimo.
In un anno e mezzo, più o meno, é passato da una situazione personale difficile alla stabilita; nel mezzo, un periodo da disoccupato, la scoperta del Texas Hold'em e una serie di risultati positivi che l'ha condotto addirittura a Las Vegas, la capitale del gioco. Ora, a 30 anni, di mestiere fa il giornalista/blogger e per arrotondare gioca a poker, quasi solo online. Da buon perito informatico qual é, non ha abbandonato il primo vecchio amore: il computer. In un mondo come quello dell'Hold'em, in cerca di facce nuove da lanciare (e sponsorizzare), Marco potrebbe essere, chissà, un buon candidato. Marco, com'é iniziato tutto? Da un brutto guaio alla schiena e da un licenziamento. Era il 2025, e lavoravo come responsabile di magazzino in una grande azienda di arredamento. Poi ho cominciato a sentirmi sempre meno bene e ho perso il lavoro. Mi sono messo quasi subito a cercarne un altro, anche se ero veramente giù di morale, e invece... Invece? Ho scoperto il Texas Hold'em online. Avendo pochi soldi da investire, sono partito dal gradino più basso della scala: i Freeroll (i tornei senza costi d'iscrizione). A dire il vero credevo che fosse un gioco di pura fortuna. In compenso, nel giro di un mese ho accumulato 50 euro di bonus poker. Soldi "finti" da utilizzare per forza nel gioco, insomma: e come li hai gestiti? E' scattata una specie di "molla" nella mia testa. A quel punto dovevo curare maggiormente l'aspetto strategico del gioco. I Freeroll sono davvero una lotteria, specie se ci sono centinaia di iscritti; ma se ne avevo vinti così tanti, un motivo ci doveva pur essere. Non mi restava che affinare le mie abilità. Sono andato su un motore di ricerca e ho digitato le parole chiave "poker forum Italia". Risultati? La ricerca mi ha portato al sito di Italia Poker Forum. Mi sono registrato per entrare nelle aree di discussione e li ho preso contatto con i termini tecnici della disciplina: grande buio, piccolo buio e cosi via. Cos'erano? Chiedevo, presentandomi come un principiante e ricevevo consigli. Due, in particolare: leggere libri di strategia e tenere sempre d'occhio il bankroll (i fondi che ciascun giocatore destina alle iscrizioni per i tornei, ndr). Immagino che tu abbia seguito queste dritte. Certo. Il primo libro che ho comprato e studiato è stato "Il grande libro del poker", di Dario De Toffoli. Una vera Bibbia per i principianti, ma non solo. Poi ho avuto modo di conoscere di persona l'autore ed è stata una bellissima esperienza; lui é molto gentile. E per il bankroll? Quella é stata la vera chiave di volta. Intanto premetto che vengo da una famiglia umilissima; fin da piccolo mi hanno educato al rispetto per il denaro, a non buttare via mai niente. Comunque, sono partito dal basso. Non più i Freeroll, ovviamente, ma i Sit&Go da 1 euro d'iscrizione. L'idea di farsi qualche soldino in questo modo é diventata realtà. Pur senza lavorare, in un mese ho guadagnato 250 euro, sempre continuando a studiare per migliorarmi. Li hai prelevati tutti subito? No, 100 li ho lasciati sul conto. Nel frattempo salivo di livello: dai Sit&Go da 1 euro sono passato a quelli da 2, poi da 5. E intanto sui forum di discussione online ne parlavo con gli altri utenti, chiedendo consigli, aggiornandomi. Fino a quando, la scorsa primavera, ho compiuto davvero un'impresa. Quale sarebbe? Al campionato italiano di Sit&Go online ho vinto il torneo, un Freeroll, che assegnava un posto alle World Series of Poker. Zero euro spesi per qualificarmi a un evento da 5.000 dollari d'iscrizione! Cosi, a trent'anni, senz'alcuna esperienza di tornei dal vivo, ho preso il primo aereo della mia vita per Las Vegas. Ero talmente teso che la sono uscito dopo solo un'ora e mezza, anche a causa di una brutta mano. C'é mancato poco che scoppiassi a piangere, quando sono uscito. Ma non per la sconfitta in sé; piuttosto, perché solo allora avevo realizzato dove fossi capitato. Ricordi di quei giorni? Chissà L'emozione! Mi sentivo come un alieno. Non conoscevo nessuno tra i giocatori "famosi" e non immaginavo quanto l'ambiente fosse bello e interessante. Lo vedevo sempre da lontano, ma da vicino é tutta un'altra cosa. Una volta tornato in Italia, poi, ho voluto tentare di nuovo un'esperienza dal vivo e, invece, sono andato a premio. Continuavi a tenere aggiornati gli utenti del forum sulle tue imprese? Ovviamente sì. Anzi, gli stessi utenti mi hanno sponsorizzato per un altro grande evento live. Purtroppo é andata male, ma contemporaneamente ho cominciato anche a scrivere per loro. Un lavoro, il blogger dei più importanti tornei dal vivo, che faccio tutt'oggi e che mi permette di girare il mondo. In più scrivo articoli per riviste di settore. Insomma, sono passato dall'altra parte della barricata. Cosa fora da grande Marco Copelli? Continuerò nel poker, sempre considerandolo prima di tutto un divertimento, oltre che un lavoro. Gioco online, 20-25 tornei al giorno da 30 euro d'iscrizione, e neppure tutti i giorni. Preferisco avere la testa libera; che, poi, e il segreto per cui sto tenendo una striscia di risultati positivi. Vorresti dare un consiglio a chi si é approcciato da poco al Texas Hold'em? Andare sempre per gradi, senza esagerare. Soprattutto mettere via i soldi che si vincono, specialmente se sono grandi somme. Mai avventurarsi oltre le proprie possibilità economiche e mai montarsi la testa: il campione, contro i principianti, se perde lo fa una volta sola. I narcisi, nel poker, muoiono presto! Una mano giocata male ma vinta Marco, ci racconti una mano giocata male e vinta? Premetto che sono uno molto "chiuso", al tavolo. Comunque, non ricordo il livello dei bui in quella mano; sta di fatto che erano abbastanza alti. Da cutoff (la posizione a destra del bottone) spillo coppia di Q. Il giocatore "under the gun" (il primo ad agire in una mano) chiama senza rilanciare. Fiuto il pericolo; potrebbe essere che lui abbia coppia d'Assi. Io rilancio di quattro volte il buio e rimango con pochissime chips (in gergo committed); l'altro vede. Prime tre carte comuni, 2-4-7: lui va all-in e sono costretto a vederlo. I sospetti erano reali: coppia d'Assi per il mio avversario. Ma la quinta carta comune è una donna e lo sorpasso. Una mano gioca bene e vinta Marco, raccontaci una mano giocata bene e vinta. Bui 20-40: sono in middle position (al tavolo, seduto a meta strada tra i bui e il bottone, ndr) e trovo coppia di K. Rilancio (raise) a 120, di tre volte il grande buio; chiamano (call) tutti e due i bui. Le prime tre carte comuni (flop) sono K-10-10. Il piccolo buio punta (bet) 2/3 del piatto, tipo 240 fiches; il grande buio rilancia a 480, io vedo, ma il piccolo buio va addirittura all-in. Call del grande buio e, chiaramente, mio. Beh, uno aveva A-10, l'altro J-10; quindi ho vinto col full. Sono stato in testa al torneo per tre ore grazie a questa mano. Avevo speso 1 euro per iscrivermi, alla fine ne ho vinti 540! ...E una mano perdente Qual é stata una tua mano giocata bene ma persa? Bui 60-120, sono in posizione di grande buio e alzo coppia di 7. Resta solo il piccolo buio a giocare con me. Lui vede, ma io rilancio fino a 360. Eppure mi vede ancora. Prime tre carte comuni (flop), A-7-5: il mio avversario punta 450, lo rilancio a 1.200 e lui vede. Quarta carta comune (turn), è un 4. Il piccolo buio punta una cifra pari a meta piatto, tipo 1.500, ma lo decido di mettere tutte le mie chips (all-in): lui chiama con A-3. Sono davanti con il mio tris di 7, ma l'ultima carta comune (river) e un maledetto 6, che gli fa chiudere la scala. Articolo di Alessandro Ruta |