Texas Hold'em stessa strategia risultati contrari
Strategia Poker - Torneo Texas Hold'em - Strategia Slow Play
Questa è una mano giocata in un torneo televisivo, che ha visto in sfida diversi giocatori di livello mondiale in una serie di turni preliminari che sono serviti per la decisiva fase finale. La mano presa in considerazione è tra due giocatori molto noti nel panorama del poker internazionale Andy Black e il pluricampione Phil Hellmuth, in un heads-up a un tavolo al quale erano seduti anche altri famosi giocatori: Marcel Luske, Tony G, Juha Helppi e Vichy Coren.
La mano da studiare è molto interessante, perché mostra come la scelta di giocare slow play (piano) con un forte punto in mano possa portare un giocatore a perdere tutto e un'altro a vincere un piatto molto importante.
Vantaggi e svantaggi dello slow play
Tutte e due i professionisti, quindi, una volta realizzato un full, decidono di giocare slow play per cercare di portare a casa il maggior numero di fiche. Ma se per uno dei due la scelta risulta alla fine corretta, per l'altro risulta al contrario deleteria! Da una parte, infatti, abbiamo Phil che con le prime tre carte comuni (flop) realizzi un full di 5 con Assi e che per guadagnare il maggior numero di fiche decide di utilizzare la strategia rischiosa del bussare per poi rilanciare (in gergo pokeristico "Check and raise"). Phil bussa (check) dopo che sono state girate le prime tre carte comuni sul board (senza ottenere però una puntata su cui rilanciare da parte dell'avversario), punta poco dopo la quarta carta comune(senza ottenere un rilancio da Black) e finalmente riesce a portare a termine un controrilancio al river. Durante il corso della mano fa di tutto e alla fine invece di guadagnare un piatto molto ricco si ritrova a perdere tutto. Dall'altra parte abbiamo Black che inizia con una coppia di 9 in mano, ma che, grazie al tentativo di check and raise sul flop del suo avversario, con la carta del turn realizza un full di 9.
A questo punto anche lui, per cercare di guadagnare il maggior numero di fiche, decide di giocare slow play: si limita così a vedere la puntata da 6 mila chip da parte di Phil sul turn (senza rilanciare) sperando di poter incassare altre chip sul river. E' la stessa scelta strategica rischiosa presa dal suo antagonista, perché la quinta carta avrebbe potuto migliorare il punto di Phil e fargli perdere la mano.
Alla fine è andata di lusso a Andy, che in effetti incassa il massimo possibile da questa mano, e male a Phil che esce dal torneo. Si può asserire, però, che i rischi corsi siano stati eccessivi per tutte e due.
Vediamo come è andato lo sviluppo della mano dal punto di vista di chi alla fine l'ha persa, Hellmuth. Al tavolo ci sono sei giocatori, il piccolo buio (small blind) è di 1.000 chip e il grande buio (big blind) di 2.000 chip. Phil è il primo a parlare, una pessima posizione, ma con Asso di picche e 5 di cuori decide di rilanciare fino a 6 mila chip. Molto probabilmente, con questa bet l'intenzione è quella di convincere il maggior numero di avversari a passare la mano (possibilmente tutti) riuscendo così ad intascare i bui senza problemi. E comunque, si sa, Phil è un giocatore che sa leggere bene le mani post-flop. Dopo di lui è il turno di Helppi che passa e poi quello di Black che, al contrario, sceglie di vedere mettendo altre 6 mila chip nel pot. I tre giocatori che seguono lasciano la mano, con Coren che, essendo di grande buio, lascia nel piatto 2 mila chip e Tony G che , essendo di SB, perde 1.000 chip senza giocare.
Al flop rimangono, quindi, due giocatori. Il fatto che Andy abbia visto le 6 mila chip in modo istantaneo deve mettere sull'allerta Phil. E' possibile, infatti, che il suo avversario abbia già in mano un punto o comunque almeno una carta alta. Nel caso sul tavolo non venisse girato un Asso, la mano potrebbe essere molto difficile per lui. Prima che il dealer giri le tre carte del flop, il piatto è di 15 mila fiche.
Prime tre carte comuni (flop)
Le prime tre carte comuni sono: Asso (quadri)-5 (fiori)-5 (quadri). Phil non avrebbe potuto sperare in un flop migliore di questo. Non solo ha realizzato full ma è anche molto difficile che il suo avversario possa pensare che lui abbia in mano Asso e 5. Phil è il primo a parlare. E' probabile che Andy abbia delle buone carte personali, altrimenti non avrebbe visto il rilancio sul pre-flop. La speranza è che lui abbia un Asso in mano, magari con una carta d'accompagnamento (kicker) alta, perché se così fosse con la doppia coppia di Assi e 5 potrebbe sentirsi molto forte. Qualsiasi carta abbia in mano il suo avversario, Phil è certo di avere la partita in pugno.
Per questo motivo decide di giocare slow play e mettere in atto la strategia di bussare per poi rilanciare (check and raise). Phil bussa sperando nella puntata del suo avversario, che però non arriva in quanto Andy si limita a bussare a sua volta, per timore di quell'Asso. Non è una buona notizia per Phil perché con una carta in comune in più c'è la possibilità che Black migliori la sua mano. Il maggiore rischio che corre nell'aver scelto questa strategia di poker (check and raise) o comunque una scelta tattica di gioco slow play è che il suo avversario possa avere in mano una coppia più alta del 5 e che possa realizzare un full più alto del suo al turn.
Il piatto, senza puntate, dopo il flop resta esattamente lo stesso del pre-flop: 15 mila chip.
Quarta carta comune (turn)
La quarta carta comune è il 9 (fiori), almeno all'apparenza piuttosto innocua per Phil. Sul tavolo ci sono due carte si quadri e due di fiori ma il suo full risulterebbe vincente contro il colore. Il suo avversario potrebbe avere due Assi (molto improbabile avrebbe rilanciato pre-flop) o due 9 in mano, e quindi un full più alto del suo, ma in questo momento questa possibilità non passa minimamente per la mente di Phil. Cosa fare a questo punto?
La situazione sembra essere la stessa del flop. Phil potrebbe quindi riprovare con il check and raise, ma è molto probabile che Andy (che quasi certamente non ha migliorato la sua mano con la carta del turn), faccia come prima e si limiti a bussare a sua volta. Volendo comunque trarre profitto dalla mano, Phil decide di puntare 6 mila chip (meno della metà del piatto) sperando che il suo avversario possa credere che si tratti di un bluff per rubare il pot e decida di rilanciare. Ancora una volta le speranze di Hellmuth restano vane perché Andy si limita a vedere immediatamente i 6 mila chip. E' una mossa che lascia perplesso Phil che molto probabilmente si è fatto l'idea che Andy abbia un punto in mano ma non capisce perché non abbia rilanciato.
Come era accaduto al flop, la sua strategia non ha portato al risultato voluto e il fato che un'altra carta stia per scendere sul tavolo in aggiunta a quelle già presenti, non può che migliorare la posizione del suo avversario che, come abbiamo detto, potrebbe avere una coppia più alta del 5 in mano. Prima che il dealer giri la quinta e ultima carta comune (river), il piatto è salito a 27 mila chip.
Quinta carta comune (river)
La carta al river è il 6 (picche). Nulla sembra essere variato per Phil rispetto alla situazione che c'era la flop. Il full di 5 con Assi a suo vedere appare ancora un punto nuts (imbattibile), anche se il 9 e il 6 tra le carte comuni potrebbero essere fatali se Andy avesse una coppia di 9 o di 6. Se così fosse, infatti, vorrebbe dire che Black ha realizzato full di 9 al turn e che sta cercando di incassare il maggior numero di chip giocando in slow play, essendosi limitato a vedere la puntata di 6 mila chip di Phil al turn, oppure che ha realizzato full di 6 con l'ultima carta, una possibilità che sembra alquanto inverosimile.
In entrambi le situazioni, Andy sarebbe pronto a rilanciare o puntare forte, qualunque fosse la decisione di Phil, che ancora una volta è il primo a dover parlare. Nella sua mente, forse, Hellmuth si chiede come sia possibile perdere una mano avendo realizzato un full con le tre carte del flop. Non ci può credere e quindi decide di provare ancora una volta la strategia del check and raise. Phil bussa e questa volta Andy gli risponde con una puntata da 14 mila chip, in pratica la metà del pot. Hellmuth può ora mettere in atto la seconda parte della sua strategia di poker rilanciando fino a 40 mila chip. Purtroppo per lui la risposta di Andy, che decide di andare ai resti (all in), è la peggiore che potesse attendersi. Nel caso decidesse di vedere l'all-in e perdesse, Hellmuth verrebbe eliminato. Il suo full di 5 con Assi non gli appare più così forte. C'è la possibilità che Andy stia facendo un grande bluff ma la sensazione è quella che davvero abbia realizzato il full di 9.
Ma chi getterebbe un full a questo punto della mano? Phil non può far altro che chiamare l'all-in e constatare che la sua sensazione finale era quella giusta: Andy, infatti, gli mostra il full di 9 e incassa il piatto da 189 mila chip, Hellmuth abbandona il torneo di Texas Hold'em imprecando. In realtà, a parte il ruolo giocato dalla fortuna, la sua strategia di gioco ha contribuito alla sua sconfitta.
Cercare in continuazione il check and raise per vincere il maggior numero possibile di chip ha permesso a Black di girare altre due carte spendendo solo 6 mila chip e una di queste è risultata disastrosa per Phil. Lo stesso rischio lo ha corso Andy, ma con esiti ben diversi, quando, una volta realizzato il full di 9 con la carta del turn, ha deciso di fare slow play. Non rilanciando sulla puntata di Phil al turn, ha permesso al suo avversario di migliorare il punto con l'ultima carta, mettendo a rischio l'esito finale della mano malgrado il suo full di 9.
E' vero che forte del suo full di 5 probabilmente Phil avrebbe rilanciato a qualsiasi puntata e si sarebbe arrivati all'all-in finale già al turn, ma Black non poteva sapere del full del suo avversario e avrebbe fatto meglio a cercare di chiudere la mano prima di far agire l'ultima carta comune.
Perché ha vinto Andy Black
Andy ha vinto questa sfida in modo particolare perché giocare la strategia tentata da Hellmuth (slow play), con in mano full di 5 e Assi realizzato con le tre carte comuni (flop), gli ha permesso di vedere (senza spendere nulla) la carta del turn con la quale ha realizzato il full di 9. Dopo aver ottenuto il full è riuscito a massimizzare la vincita mettendo in atto a sua volta un rischioso slow play che nel suo caso invece è risultato essere la strategia corretta. Si può dire che abbia vinto più per i demeriti del suo avversario che per la sua indiscutibile bravura, e che abbia incassato un grande piatto più per meriti suoi, scegliendo una strategia molto rischiosa ma molto profittevole, che per demeriti dell'avversario, che alla fine, forte del suo full di 5, non ha potuto far altro che vedere l'all-in di Black, perdendo tutto e lasciando il tavolo imprecando sulla sorte avversa.
| < Prec. | Succ. > |
|---|











