La crisi non abita a Las Vegas
Sull'aereo un po' sonnecchiando, un po leggendo riviste (di poker ovvio), benedico una turbolenza che incontriamo in viaggio, evento che riesca a mettere a tacere tre cinesi che erano seduti dietro di me e non avevano fatto altro che parlare a voce alta per tutto il tempo.
Chi è già stato a Las Vegas (il tempio dei casinò) sa a cosa mi riferisco quando dico che la stanchezza di un viaggio fatto su due o tre aerei, di un controllo doganale e il torpore derivante dalle lunghe ore passate seduti, svaniscono d'incanto non appena arrivati a destinazione.
Le luci dello Strip intraviste dal finestrino dell'aereo, le slot machine piazzate in aeroporto, i cartelloni e i video maxischermo che pubblicizzano gli show in programma in città vi danno il desiderio di recuperare prima possibile il bagaglio, correre in albergo, farsi una doccia veloce, e immergersi nel mare profondo di luci, suoni, colori e chip dei vari casinò.
E l'aria calda del deserto! Come si esce dall'aeroporto il caldo del deserto vi avvolge, si sente che la terra ha assorbito il calore durante il giorno, e ora all'imbrunire lo restituisce sotto i vostri piedi.
Magica Las Vegas, siamo pronti per le sorprese che ci ha riservato per questa nostra nuova visita. Manco da sette mesi, un vulcano islandese capriccioso ha fatto saltare il mio rendez vou con Sin City previsto per aprile e ora a giugno sono qui, a vedere il nuovo CityCenter, spettacolare intervento edilizio, il più grande nella storia degli Stati Uniti, otto grattacieli, alberghi, condomini, casinò, centro commerciale, teatro a tanto altro ancora (da scoprire). Aperto all'inizio di dicembre 2025, sebbene non ancora completato per intero è già la nuova attrazione per i turisti che arrivano in città.
Abbiamo letto e sentito della crisi che ha colpito gli Stati Uniti, pensavamo noi italiani di esserne rimasti fuori, ora invece la sentiamo anche da noi, iniziamo a percepirne la presenza (ormai da tempo), vediamo nazioni europee traballare, mentre forse gli Stai Uniti si son messi il peggio alle spalle (d'altronde un paese con la benzina a 63 centesimi al litro ha molte più chance di ripartire). Abbiamo letto anch3e di crisi a Las Vegas, ma sempre raccontata da osservatori "esterni". Ora qui sentiamo l'opinione di chi vive a Las Vegas, una città che per un decennio è stata la città degli Stati Uniti con la maggiore emigrazione e il maggior aumento di posti di lavoro, dove n on si era mai parlato prima né di crisi né di rallentamento dell'economia, ma solo di crescita impetuosa a cui si sono alternati, in questo inizio secolo nuovo, periodi di crescita lenta.
Arrivato di martedì, mi sembra che il martedì che il mercoledì il flusso di gioco non sia al top, sia ai tavoli del casinò che nelle poker room. Però poi a partire dal giovedì e così per tutto il week-end Las Vegas mi apparirà in gran forma, la poker room con tutti i tavoli pieni già alle tre del pomeriggio, le "vasche" dei dadi piene di giocatori urlanti a ogni colpo in cui i dadi non danno 7 come risultato, gli show sold out come al solito, centinaia di persone ai ristoranti di lusso.
Ho chiesto a Jerry, driver di limousine, se e come si sente la crisi a Las Vegas. Sul suo lavoro ha notato un calo nei giorni feriali, secondo lui collegato al fatto che le crisi aziendali hanno portato a un taglio di congressi e convention, ma durante il week-end i turisti riempono Las Vegas, l'aeroporto è pieno di voli che scaricano turisti che vengono per il gambling (l'aeroporto ha progettato addirittura un ampliamento che verrà completato entro il 2025). E le mance? Un lieve calo nell'entità delle stesse, ma insomma, a parte il fatto che ha chiesto alla propria banca da oltre un anno di rinegoziare il proprio mutuo sulla casa di abitazione e non ha ancora ricevuto risposta, le cose non vanno male.
Nella poker room del Bellagio dal giovedì alla domenica i tavoli erano tutti pieni, diversi tavoli da 10720 e 20/40 dollari. Per giocare Limit 30/60 ho dovuto aspettare circa 40 minuti. Insomma, se crisi c'è, se non altro e poco visibile.
Nella poker room incrocio Phil "Unabomber" Laak, alle prese con il record del mondo di resistenza al tavolo da poker. Il precedente record è sulle 78 ore o giù di lì. Sotto l'occhio vigile di telecamere, blogger e reporter, Phil è arrivato a oltre 110 ore, stracciando il precedente record. Il tutto per ottenere evidenza e ritorno in visibilità per la sua nuova poker room e la sua linea di abbigliamento con marchio Unabomber, felpe con regolare cappuccio così come quelle che hanno creato il personaggio di Unabomber ai tavoli di poker.
Ai tavoli Limit 30/60 pensavo di trovare gioco chiuso e duro, e invece c'erano i soliti 4-5 turisti che trovavano sempre un motivo valido (una scala a incastro in draw, una middle pair sul flop eccetera) per pagare un'altra bet, e così via. Quindi tavoli abbastanza profittevoli, anche se a un livello non propriamente leggero.
Scambio du chiacchiere con Jo, una ragazza di origini cambogiane residente in California, ma che viene spesso a Las Vegas per giocare a poker. Il suo vero nome sarebbe Jorami, ma lei lo ha americanizzato in un più semplice Jo. Il suo nome significa gioiello luminoso, e il suo sorriso e si suoi modo sono sicuramente luminosi. Mi dice che in questo periodo di crisi è diminuita la percentuale dei giocatori che dilapidano velocemente il proprio bankroll. Prima vi erano molti più turisti che non si curavano della gestione del proprio bankroll. Ora ritiene che ne manchi qualcuno percentualmente ma che il week-end, o i giorni in cui c'è qualche big convention in città, sono sempre periodi ottimi per il poker in Las Vegas. Bisogna stare più attenti alle table selection. Insomma, non c'è crisi, solo occorre "cercare" meglio.
Chi ho visto a Sin City tra i vip e/o nostri beniamini? Al tavolo cash ho avuto a fianco Marcel Luske, l"'olandese volante" sempre elegantissimo e impeccabile nei suoi completi, nonostante il caldo terribile all'esterno (38-40 gradi) scoraggiasse l'adozione di abbigliamento che non fosse altro che una leggerissima t-shirt.
Al ristorante italiano Circo c'era Brian Townsend in dolce compagnia, così come al ristorente francese Le Cinque c'era l'attore-cantante francese nonché pokerista Patrick Bruel (l'idolo delle donne francesi, in particolare negli anni 90 quando impazzava in Francia la "Bruelmania", anche lui in dolce compagnia. Marre de cette nana, il suo primo successo canoro internazionale. E poi ho intravisto Antanas "Tony G" Guoga, il poker player australiano-lituano ben noto per il suo trash talking ai tavoli.
Nel privè del Bellagio, sarà un caso o meno, non ho visto giocatori da 5 mila a puntata o più, come capitava in passato. Quattro o cinque tavoli aperti di punto e banco, diversi giocatori da mille/duemila per singola puntata, ma niente "big" (quelli che i casinò chiamano balene). Ricordo che la puntata minima ai tavoli nel privè del Bellagio varia dai 100 ai 500 dollari a seconda dei tavoli.
ma la novità vera di questo mio viaggio è stato il nuovo CityCenter. Un nuovo casinò e hotel, Aria, con oltre 5.000 camere, un condo-hotel, con oltre tremila unità tra camere e appartamenti (V-dara), due torri inclinate, le Veer Tower, solo appartamenti residenziali, con piscina e palestra sul tetto, un Mandarin Holtel, albergo super lusso con super Spa orientale, un teatro, un centro commerciale enorme con tutte le miglioro firme italiane e francesi della moda e non solo (se andate con la vostra compagna, dimenticateci casulamente la vostra carta di credito in albergo per evitare salassi economici non preventivati), una quindicina di ristoranti, altri tre edifici in corso di completamento, un trenino che collega i vari punti del City Center, e quest'ultimo con il Bellagio, una città nel cuore dello Strip, con tanto di stazione dei Vigili del Fuoco all'interno.
Attualmente l'attrazione principale di Las Vegas: tutti decidono di farci un salto, per vedere queste nuove avveneristiche costruzioni, costruite con i più moderni criteri di eco-compatibilità. Il casinò Aria è l'unico casinò che prende luce dall'esterno: dei sensori interni fanno sì che le luce interne aumentino o diminuiscano la loro intensità in modo tale da compensare il cambio di luminosità esterna. Insomma, chi è dentro il casinò non si accorge del variare all'esterno in quanto la luve interna rimane costante.
All'interno del Casinò Aria c'è la nuova poker room, con una buona presenza di turisti curiosi. Pare che Phil Ivey sarà il testimonial della nuova poker room, con promozioni personalizzate. A tal proposito ricordo che anche la poker room del Bellagio ora offre promozioni e benefit ai giocatori di poker (una sorta di bonus come nei casino online), in base al livello di gioco e alle ore trascorse al tavolo (munirsi o richiedere ai poker manager la speciale player card da presentare al dealer quando prendete posto).
Concludo con una primizia: dall'anno prossimo (probabilmente da marzo 2025) ritorna Celin Dion. Per tre anni è stata la regina incontrastata dell show in Vegas, ora dopo tre anni di pausa, tornerà con uno spettacolo nuovo di zecca: sarà un successone coe il primo, c'è da scommetterci. E noi? Torneremo, per raccontarvi altre novità.
Antonio Grimaldi.
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Perché non riesco a giocare in un casino online o in una poker room dall'ufficio.