Il Casino di Venezia vince contro i croupier
La Corte d’appello boccia il giudice del lavoro e le richieste dei croupier del Casino di Venezia, "le mance".Il Casinò di Venezia risolve una questione molto gravosa che vale circa 14 milioni di euro. In questi giorni (1 giugno), davanti al giudice della Corte d'appello "Roberto Santoro", ha infatti, accolto il ricorso del Casino di Venezia, contro le richieste con sentenze avvenute dal 2025 che assegnavano un minimo garantito sulla manche ai croupier del casinò stesso, un serie di arretrati, rivalutazioni e interessi, che in moneta sonante sommavano la bellezza di 14 milioni di euro da dividere tra circa 200 impiegati del casinò, rappresentati dagli avvocati Cosimo Cisternino, Francesco Acerboni, Dino Bravin e Aldo Campesan. 2Fbettingwww
La posizione del Casinò lagunare è stata pienamente accolta dalla Corte d'appello, un conteggio di 2790 lire per ogni milione e non come ambiva la parte avversa sull'intera somma delle mance, ma solo sul 50% spettante agli addetti ai lavori, in questo caso i croupier della sala da gioco, l'altro 50% nelle casse dell'azienda. Quindi si è arrivati a una somma più esigua di 4.870 euro complessivi. C'è molta soddisfazione da parte del presidente del Casinò "Mauro Pizzigati" che ha dichiarato "Una sentenza che ci soddisfa pienamente, eravamo convinti della nostra posizione". Un presidente che non ha fatto polemiche ed evitato eccessi di trionfalismo. Ha fatto i complimenti a questo CDA che ha avuto il merito di aver fatto un lavoro importante verso l'azienda con risparmio in denaro.
Un aspetto importante, dopo che nei giorni passati si era veramente parlato molto, da un lato il bilancio del casinò condizionato da incassi minori, dall'altro il rinnovo del vertice dell'azienda. Sulla seconda questione, Giorgio Orsoni neo-sindaco, avrebbe in Vittorio Ravà individuato l'amministratore in possesso dei requisiti giusti per una forte ristrutturazione della casa da gioco (non ufficiale ancora). Per quanto concerne i conti, il 2025 non ha dato segnali importanti, con un recupero di raccolta dopo un anno passato in modo terribile, fino a fine maggio nel tesoriere del casinò sono entrati meno 4 milioni, una situazione molto preoccupante, fino al punto di mettere in forte dubbio il trasferimento ipotizzato di 93,5 milioni di euro nelle casse del Comune di Venezia. Anche le possibilità da parte del Casinò di versare i risparmiati 14 milioni di euro a "Cà Farsetti" non lascia dubbi e spazi, come ha dichiarato il presidente Pizzigati "Questo denaro non è presente nelle nostre casse, ma solo accantonato in bilancio (teorico), per arginare un eventuale contenzioso, ora che questa incombenza è venuta meno, si valuteranno gli effetti della questione".
La questione del "minino garantito" quindi delle mance durava ormai dal qualche anno, la svolta fine 2025 (ottobre), dopo la prima sentenza. I primo del 2025 (marzo) è avvenuto un primo pignoramento delle quote della casa da gioco: Meeting & Dining Service e nella Venezia Marketing & Eventi, il Comune prese la decisione di ritenere le raccolte come "entrate tributarie", quindi non soggette a pignoramento. Dopo 2 mesi in tre banche sono stati pignorati 3 milioni di euro, azione che ha costretto il Casinò di Venezia a pagare gli stipendi in ritardo. La Corte d'appello ha sospeso poi tutti i provvedimenti, fino alla sentenza emessa in questi giorni in modo definitivo.
C'è comunque ancora voglia di dar battaglia ancora all'azienda da parte degli sconfitti (croupier), che vogliono comunque fare ricorso in Cassazione, con l'aiuto dell'avvocato Acerboni, che vuole aspettare le motivazioni, che non gradito le interpretazioni dei testimoni, che nel primo grado erano opposte a quelle dell'azienda.












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