News - Casino Tradizionali - Giochi Casino - I clienti più importati del casinò

Nei giochi, come d'altronde in altri settori, il principio del 20% dei clienti che producono l'80% dei profitti è ormai certo, ecco quindi l'importanza di poter lavorare sul 20%. Nel poker il 20% è costituito da giocatori assidui e alto-giocanti (non necessariamente gli squali "sharks"), allora le case da gioco e poker room si attrezzano per reclutarli, blandirli e offrirgli delle condizioni di gioco molto incentivanti.

    Nel casinò vale lo stesso principio, ci sono casinò che hanno fatto fortuna o sfortuna su uno o due clienti, a Cannes il Carlton chiuse il casinò quando un cliente smise di frequentarlo. Nel casinò il grande giocatore viene attratto con dei programmi speciali sviluppati con i cosiddetti junkets, delle specie di agenzie di viaggio e di gestione del cliente super-lusso.

    La problematica di questo 20% è la sua variabilità e il suo costo: ad esempio nel poker un giocatore alto reddito chiede dei rake back importanti e poi è aperto a promozioni che arrivano dalla concorrenza, molto costoso e molto infedele. Per dirla in poche parole è vero che il 20% sviluppa l'80% ma a che costo? E con quale fedeltà? Rischiereste la società su uno scossone del mercato che possa cambiare il flusso di questi giocatori?

    Trovo interessante la strategia politica sviluppata da Harrah's (una delle più grandi catene di casinò al mondo con marchi quali: Casino Rio, Caesars Palace, Horseshoe e tanti altri), che ha puntato su un concetto di giocatore Vip (come fanno d'altronde anche i casino online) più esteso e soprattutto su un concetto di vendita a incrocio.

    Tale politica strategica che permette a tutti i casinò del gruppo di avere delle performance superiori alla media di mercato è basata sul programma "Total rewards": è un programma fondato sulla riconoscibilità e tracciabilità dei comportamenti di gioco e di spesa dei clienti per mezzo di un programma fedeltà.

    La differenza con altri programmi fedeltà utilizzati da altre società è che qui il programma è veramente usato e sviluppato per fare "cross-selling e up-selling", (i programmi fedeltà sono considerati alla quasi totalità delle aziende un male necessario, da avere perché tutti lo hanno, non sicuramente una risorsa strategia).

    Il programma è applicato in modo estensivo a tut2Fbettingwwwermette di riconoscere e individuare i comportamenti degli stessi; pensate che nel data-base hanno circa 40 milioni di nomi. L'utilizzo estensivo di tale data-base incrociato con gli strumenti di marketing  porta Harrah's a sviluppare il 77% del profitto dai giocatori del data-base, e la cosa importante è che il 60% di tale 77% è costituito dalle cosiddette vendite "Cross Market", ossia dall'insieme di tutte le risorse del gruppo, ad esempio il giocatore A che giocava solo al casinò A e non andava al ristorante, adesso un paio di volte all'anno va anche al casino B e C e consuma al ristorante. In questo modo, così come è detto da Ameristar, Harrah's ottiene un business più solido perché non dipende più dai grandi giocatori e riesce ad estrarre molto più valore dalla massa dei giocatori.

    E' chiaro che tali programmi possono essere sviluppat2Fbettingwwwsiede una massa critica importante; per un singolo casinò o una singola poker room, è estremamente difficile riuscire a gestire e sviluppare un programma similare. Detto questo è evidente, il caso Carlton insegna, che basare tutta la propria strategia sui pochi che fanno tanto sia estremamente rischioso e che per quanto possibile sarebbe necessario ampliare il proprio target ed estrarre più valore con un estensione dell'offerta coerente e in questo la via principale è il "total reward" di Harrah's.

Ameristar Casinò
Dal bilancio della catena di casino Ameristar: "La parte più alta dei profitti arrivano dalle slot machine ma cerchiamo comunque di avere una buona quota ai tavoli tradizionali (roulette, blackjack, dadi, ecc.) e dai nuovi giochi casino. Abbiamo degli ottimi limiti sia per le puntate alte ma soprattutto per puntate basse perché vogliamo avere una base di giocatori la più ampia possibile e non dipendere solo da pochi grandi giocatori (Vip)."
"Parte della nostra strategia è anche quella di estendere e allargare l'offerta della ristorazione, degli alberghi e dei congressi. Puntiamo molto sugli sportsbar e sull'offerta bevande a loro legate con un enfasi sul servizio e su tutti gli aspetti qualitativi della serata conviviale."