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La fortuna al Texas Hold'em aiuta chi rischia. Analizziamo una mano giocata tra due grandi giocatori, avvenuta dal vivo.
Nel poker in qualsiasi sua variante a volte una sola carta fortunata può cambiare il risultato e farci vincere una mano importante, addirittura vincere un torneo, contro tutte le strategie, calcoli in percentuale di probabilità. Vediamo gli errori da non commettere. Nel poker ci sono alcune mani che rimarranno per sempre nella storia. Quella che analizziamo in questo articolo si è svolta circa 4 anni fa (2006) durante una puntata del programma "High Stakes Poker", trasmesso dal canale americano GSN. A rendere ancora più eccezionale questa mano sono stati la presenza al tavolo da gioco di alcuni giocatori più famosi al mondo e il fatto che si sia giocato senza limiti di puntata (No Limit Texas Hold'em) e in modalità cash game (soldi veri). Quando sul tavolo c'è denaro contante, oltre alle chips del casinò che ha organizzato l'evento, è normale assistere a delle mani con tanto denaro sul pot.
Se poi a battagliare sul tavolo ci sono dei grandi campioni che possono scommettere senza limiti, il piatto finale può arrivare a somme da centinaia di migliaia di dollari o euro. E' il caso della mano che andiamo a raccontare, che ha visto seduti al tavolo otto tra i più forti giocatori di poker al mondo. Doyle Brunson (il mito vivente del poker), Barry Greenstein (il Robin Hood del poker, per le sue tante benificienze), Cory Zeidman, Ammon Filippi, Eli Elezra, Antonio Esfandiari, Daniel Negreanu e infine Gus Hansen. Questi ultimi due sono stati i protagonisti di una delle mano più fantastiche tra quelle trasmesse in TV, un piatto tra i più ricchi con ben 575 mila dollari. Vediamo ora l'importanza della posizione. Per un giocatore non molto esperto, assistere a una partita tra giocatori pro può davvero essere molto utile e permette di acquisire nozioni di gioco e migliorare la propria strategia di gioco. Se poi a battagliare sono dei grandi campioni, infatti, nulla è casuale ed è possibile apprezzare le mirabolanti strategie di gioco, vedere come la situazione cambia durante una stessa mano a seconda delle esigenze e delle carte che scendono sul tavolo verde. Seguendo una partita tra pro possiamo scoprire stile e trucchi di gioco che alla fine fanno la differenza tra un giocatore con tanta esperienza e uno agli inizi. La mano che andremo ad analizzare, in particolare è una lezione di gioco fin dall'inizio, quando Esfandiari decide di passare prima del flop (le tre prime carte comuni sul tavolo), malgrado abbia in mano due forti carte (AQ). Da vero campione, infatti, preferisce non rischiare di dover giocare successivamente fuori posizione rispetto ai suoi avversari. Per posizione intendiamo l'ordine con cui il giocatore è chiamato a parlare. In questo caso Esfandiari si sarebbe trovato fuori posizione perché, dopo il flop, avrebbe dovuto parlare per primo. Sarebbe stata una situazione non di vantaggio perché nel caso avesse deciso di puntare, avrebbe rischiato di dover affrontare i possibili raise (rilanci) dei suoi avversari. La fortuna e il river. Molto interessanti sono poi le strategie che i due giocatori attivi in gioco hanno scelto per continuare la mano. E' interessante notare come Negreanu, che dopo il flop ha la vincita a porta di mano, decida di sfruttare le caratteristiche di Hansen, conosciuto per essere un giocatore loose (tende a rilanciare di frequente). Negreanu cerca di guadagnare il massimo da una posizione che per lui è imbattibile: full dopo il turn (la quarta carta dopo il flop). Per questo motivo non vuole chiudere definitivamente la mano, ma cerca di tirare dentro l'avversario. E' una giusta tattica, che però non fa i conti con un elemento fondamentale nel gioco del poker: la fortuna. Negreanu, infatti, non può immaginare che, dopo che la quarta carta (turn) è stata girata sul tavolo, Hansen abbia in mano un poker. Una carta ha cambiato in modo radicale le sorti della mano e le probabilità di vittoria. Negreanu finisce vittima della sua stessa strategia, perché anche Hansen decide di massimizzare al massimo le sue carte: il suo puntare basso e fare slow play (farsi vedere deboli) fine alla fine convincono Daniel di essere ancora in vantaggio e quindi più forte. Quando Hansen, dopo la quinta carta è stata girata sul tavolo (river), bussa (check) e poi rilancia con un all-in (dentro tutto) sulla puntata dell'avversario il gioco è fatto e Daniel abbocca alla trappola. Situazione iniziale Pre-Flop. Vediamo come è andata la mano dal punto di vista più interessante, tra quelli dei giocatori dei giocatori seduti al tavolo, quello di Negreanu. Essendo il secondo giocatore a parlare si trova subito a dover prendere una decisione fondamentale, in quanto Gus, il primo giocatore a parlare, ha rilanciato sul buio fino a 2.100 dollari (i bui in questa mano sono 300 e 600 dollari, con invito di 100 dollari "ante"). Negreanu ha in mano una coppia di 6. Non è spaventato dal rilancio di Gus, che è noto per il suo gioco aggressivo. Quindi, forte della sua coppia di 6 (nonostante sia una coppia bassa), decide di fare ri-raise (contro-rilanciare), ma solo fino a 5 mila dollari, in quanto la sua coppia non lo mette al riparo da eventuali rilanci da parte degli altri giocatori. E' una strategia giusta per sondare le intenzioni degli avversari che ancora si devono esprimere. I cinque giocatori successivi, non avendo buone carte decidono di foldare (passare) e gettano le carte. L'unico che ci pensa qualche secondo, prima di lasciare, è Esfandiari, l'ultimo che deve parlare al tavolo, essendo lui di Big Blind (grande buio). E' probabile che abbia delle buone carte, ma non cosi forti da convincerlo a giocare una mano in cui sarebbe posizionato male rispetto ai due avversari ancora in gioco, che oltretutto hanno puntato e rilanciato. La parola torna ad Hansen (coppia di 5), che decide di chiamare il contro-rilancio. Negreanu a questo punto sa che le tre carte scoperte del flop saranno decisive per il successo, perché è molto probabile che il suo avversario abbia almeno una carta alta, se non due, in mano. Prime tre carte scoperte Flop. Le tre carte del flop sono le migliori che Negreanu potesse desiderare: 9 di fiori, 6 di quadri e 5 di cuori. Queste carte non solo gli permettono si realizzare un tris, ma abbassano le possibilità che il suo avversario possa realizzare un colore e anche la scala sembra improbabile. Cosi come stanno le cose è difficile che Hansen abbia rilanciato e poi visto il contro-rilancio prima del flop avendo in mano un 7 e un 8. Negreanu, con un tris di 6, ha quasi la certezza di avere un punto più alto e ottime probabilità di aggiudicarsi la mano (la sua probabilità di successo è del 94%). Quando il suo avversario, che deve parlare per primo, bussa (check), decide immediatamente di tendergli la trappola. Negreanu vuole nascondere il tris, per sfruttare al massimo il suo punto. Questa tecnica è molto frequente quando si vuole spingere l'avversario a aumentare il piatto. L'intenzione di Negreanu è quella di far credere all'avversario di avere in mano una coppia di carte alte, per portare Hansen, giocatore molto aggressivo, a puntare forte così da potergli contro-rilanciare. Decide per questo di puntare (bet) solo 8 mila dollari in attesa di un rilancio (raise) che effettivamente arriva, fino a 26 mila dollari. Ora Negreanu potrebbe contro-rilanciare (re-raise) e, molto probabilmente, chiudere la mano. Sicuro di poter guadagnare di più, si limita però a vedere (call) la puntata. Ma il gioco non è ancora terminato. Quarta carta scoperta Turn. E' arrivato il momento del turn. Il mazziere (dealer) gira la quarta carta sul tavolo: un 5 di picche. Negreanu realizza un full di 6 con i 5. Se prima, con un tris, si sentiva molto forte, a questo punto si sente imbattibile. A parlare per primo è Hansen, che decide di puntare 24 mila dollari. Questa puntata in qualche modo insospettisce Negreanu, che si prende qualche secondo per riflettere. Per avere un punto più alto del suo, Hansen dovrebbe avere in mano due 5, e aver realizzato poker di 5, o due 9 e aver realizzato un full di 9 con i 5. Si tratta però di due possibilità che Negreanu ha già scartato dopo il flop. La situazione più probabile, crede Negreanu, è che il suo avversario abbia in mano un buon punto, probabilmente un tris di 5, una doppia coppia o, meno probabile, una scala fin dall'inizio. Tutte combinazioni che farebbero il suo gioco. E' convinto che Hansen sia caduto nella sua trappola e creda che lui abbia in mano una coppia alta; è sicuro di avere il punto più alto. Si trova nella situazione in cui si era trovato dopo il turn, dovendo decidere se contro-rilanciare o vedere la puntata di Hansen. Ancora una volta, la certezza che Hansen sarà molto aggressivo dopo la quinta carta scoperta sul tavolo (river) lo porta a spingere la mano fino all'ultima carta, sicuro di poter incassare una puntata sostanziosa dell'avversario. Quinta carta River. L'ultima carta scoperta, un 8 di picche, non cambia la strategia di Negreanu. Lui spera che Hansen abbia realizzato la scala e sia convinto di avere il punto più alto al tavolo. Secondo il suo ragionamento, l'avversario farà una puntata cospicua su cui poter rilanciare pesantemente e chiudere la mano. Stranamente ciò non accade perché Hansen decide di bussare (check), un atteggiamento insolito per un giocatore come lui. Negreanu è sicuro: Hansen crede che lui abbia in mano solo doppia coppia. Così, spinto anche da un piatto che supera i 100 mila dollari, decide di rompere gli indugi e di puntare forte: 65 mila dollari. Questa puntata, secondo il suo ragionamento, dovrebbe porre fine alla mano, perché farebbe capire a Hansen che lui ha in mano un punto molto più alto di una doppia coppia, e quindi più alto anche del suo punto, sia esso un tris o una scala. Quando Hansen, dopo pochi secondi, decide di contro-rilanciare facendo un all-in da ben 232 mila dollari, Negreanu rimane di stucco. Ha un full di 6, il suo avversario ber batterlo dovrebbe avere un poker di 5, un full di 9 o di 8. In questo momento entra in gioco non solo il calcolo delle probabilità, ma anche il fattore umano. Negreanu ha basato la sua strategia sullo stile di gioco aggressivo di Hansen. Pur consapevole di non avere il 100% di probabilità di successo decide di vedere l'all-in di Hansen, che mostra il poker di 5 e vince un piatto da 575.700 dollari. Forse, guardando l'andamento della mano, Negreanu avrebbe potuto fiutare il pericolo, ma la sua strategia è stata perfetta tranne che per un particolare: a volte la mano è decisa dalla sorte. Perché Hansen ha battuto Negreranu? Gus Hansen ha vinto questa storica mano giocando in modo meno aggressivo rispetto al suo modo solito e grazie a un colpo fortunato: con la stessa carta con la quale ha realizzato il poker, infatti, il suo avversario ha realizzato un full. Quando il dealer ha girato il turn (quarta carta), le su probabilità di successo sono passate dal 4% al 98%. La sua abilità è stata di nascondere il poker, lasciando il gioco nelle mani dell'avversario fino alla fine. Quando Negreanu ha visto la sua puntata di 24 mila dollari dopo il turn, con il poker già realizzato, ha capito che l'avversario era sicuro di avere il punto più forte. Molto probabilmente per questo motivo, girato il river (quinta carta) ha deciso di bussare (check), sicuro poi di poter rilanciare (check-raise) sulla puntata importante che effettivamente Negreanu ha fatto. Una lezione su come possiamo nascondere il nostro gioco e sfruttare al massimo una componente che non è la principale ma non va mai trascurata: la fortuna. Altri articoli. |