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Il poker: Per alcuni è un "puerile passatempo". Per altri una metafora della vita. Per molti è la febbre del terzo millennio. Ha un nome e molte varianti. Si chiama Poker e viene declinato come Texas Hold'em, Omaha, Omaha Eigth, Seven Card Stud, americano, all'italiana, Teresina, Caribbean e tanti altri. Ogni appellativo nasconde regole e percorsi che ne caratterizzano l'anima. Ognuno ha la propria schiera di seguaci. Che abbisognano di notevoli abilità intellettuali, se non vogliono soccombere.
Sul suo conto si narrano incredibili leggende, di piatti "che hanno come limite il cielo", di rè decaduti, regine abbandonate, di avventurieri dal fascino micidiale. Per domarlo è necessario essere accorti d'intelletto e pratici di una vita vissuta con fair play, coraggiosi per accettare la sfida, esperti per non commettere errori, astuti per prevenire gli inganni e saperli ordire, sagaci per discemere il vero dal falso, cauti per evitare le trappole. Quest'Opera conduce i suoi lettori alla scoperta dei segreti più reconditi, quelli meglio custoditi del gioco più bello e ammaliante del mondo. L'etimologia della parola "Poker" ha origini controverse. Sulla sua provenienza, ci sono molte teorie, alcune anche strampalate. Le più accreditate sono due. Secondo la prima, il nome deriva dall'inglese "attizzatoio", l'arnese utilizzato per ravvivare il fuoco nel camino. Le scintille dei tizzoni accesi sarebbero simili a quelle provocate da una mano ben giocata. La seconda corrente di pensiero collega il termine "Poker" alla parola "poke", che in alcune zone del Sud degli Usa e in Australia è sinonimo di "portafogli". E senza "poke", portafogli, è impossibile giocare. |