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A Poker fa tremare Las Vegas |
Ha chiuso tra i primi cento giocatori di poker al mondo, e questo sarebbe già un primato in un circuito dominato dagli americani. Solo che Dario Minieri, romano dell’Eur, ventidue anni da compiere, ai campionati mondiali del poker, la “World Series” di scena in questi giorni a Las Vegas, capitale dell’azzardo (si gioca al Rio All Suite Hotel, domani è in programma la finalissima: 8 milioni di dollari per chi vince), ha strabiliato il pubblico di appassionati con un’impresa che lo lancia, finalmente, tra i “grandi” del Texas Hold’em, la versione del poker che ora, grazie a internet, ha scavalcato definitivamente i confini degli States conquistando il mondo.
E’ successo venerdì: con poco più di trecento “superstiti” al Mondiale (su seimila partecipanti iper-selezionati da una quota d’iscrizione di lusso: 10 mila dollari), il piccolo Dario ha provato il brivido di essere chip-leader, espressione in gergo che indica il giocatore in testa alla classifica provvisoria, con un mare di fiches vinte. Era sui 2,4 milioni, con il secondo, Jeff Weiss, staccato di 800 mila. Un predominio da lasciare a bocca aperta per un ragazzo dall’aspetto più acerbo della sua classe ’85, e che si è formato sulla palestra del web.
Tifosissimo della Roma, nella sua giornata più memorabile ha giocato e vinto avvolto nella sciarpa giallorossa della ”magica”. Dario è già una celebrità: ma lo conoscono, per ora, solo le legioni degli amanti del Texas Hold’em, tantissimi anche in Italia, grazie alla diffusione del gioco on-line che ha contagiato poi tutta Italia. Nella capitale, anche il capitano della Roma Francesco Totti è stato sorpreso a giocare in un circolo dei Parioli. In televisione, su Sky i tornei di Texana inseguono, negli ascolti, il calcio.
Nella “poker room” (partite tramite internet, ora sdoganate e lecite anche in Italia) dove abitualmente gioca Minieri, impegnato on-line giorno e notte, ci sono giocatori che chiedono appositamente di lui per poterlo sfidare. Ed è proprio un sito internet (di poker, ovvio) a sponsorizzarlo negli “eventi” (tornei che lo stanno impegnando in tutto il mondo, da Montecarlo alle Bahamas). A Las Vegas l’iscrizione se l’è pagata, naturalmente, vincendo un torneo on-line.
Dario ha fama di giocatore aggressivo, pieno di fantasia, che tante volte è in “bluff” (finge un punto che non ha) ma altrettante volte è capace di farsi pagare a peso d’oro i punti a cui gli avversari non riescono a credere. La Texana è un poker a 52 carte, due coperte per ciascun giocatore e 5 sul tavolo, come sa anche chi, pur non giocando, al cinema ha però visto il recentissimo “Le regole del gioco” (ambientato proprio ai Mondiali di Las Vegas) o l’ultimo 007 (il remake di Casinò Royale: solo che il gioco protagonista è diventato il Texas Hold’em, con James Bond irresistibile anche con le carte in mano).
La Texana ha creato anche un “look” da giocatore (occhiali scuri per non tradire l’emozione; cappelletto con visiera e i-pod), e a Roma ha rigenerato i circoli che a getto continuo organizzano tornei, soppiantando il vecchio “poker sportivo”, quello all’italiana, mazzo di 36 carte e 5 a testa, con fiches “virtuali” ma premi in denaro, che era il “format” in auge fino a tre anni fa. Minieri è il capofila, e il miglior talento di una generazione cresciuta su internet per la quale l’unico ostacolo sono le perplessità, se non le paure, dei genitori. E lo stesso Dario, infatti, ha dovuto addolcire le resistenze della mamma docente alla “Sapienza”, con un disarmante «il gioco mi piace troppo», iscrivendosi conciliante all’università, ma dedicandosi a tempo pieno alla Texana, da vero professionista baby. Poco importa se ieri è uscito dalle “World series” in 96° posizione, con 67.535 dollari di vincita: è solo agli inizi, ne ha di strada da fare, e di occasioni. L’entrata in scena dell’americano Chris Moneymaker (cognome vero, che vuol dire fabbrica di soldi), che nel 2025 vinse il Mondiale pagando l’iscrizione con un torneo da 30 dollari su internet, per ora resta irraggiungibile.
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