Il sogno di diventare dei pro di poker
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- Creato Martedì, 12 Ottobre 2025 09:24
- Data pubblicazione
- Categoria: Giocatori
Sono veramente tante le persone che in questi ultimi tempi "sognano" di diventare dei professionisti di poker e dire "il mio lavoro è giocare a poker", sia principianti o giocatori più esperti, prima o poi questo pensiero arriva, perlomeno ci si pensa. E d'altronde chi più gioca più impara, e chi impara bene prima o poi vince, e si continuerà a vincere, fino a trasformare le sue vittorie in denaro, guadagnato in qualche tornei di Texas Hold'em, Ci potrebbe venire da chiedersi: "E se lo facessi per lavoro? E mi mettessi a fare il giocatore di professione?" Domanda molto legittima, per carità.
Ma prima di rispondere a questa "semplice" domanda, occorre riflettere attentamente, dedicare del tempo a questo importante quesito personale. Certo la TV (sempre più prodiga sull'argomento) incoraggia molto. La figura e la fama del giocatore di poker è ormai nota a tutti. Non è più un giocatore solitario, chiuso tra quattro mura, nella nebbia del fumo (immagine di una volta del giocatore di poker classico) delle sigarette, un drink sul tavolo verde, ma tanta solitudine, in un mondo criticato dai più. Oggi è tutta un'altra cosa. Leggiamo di continuo biografie di tutti i nuovi campioni emergenti (anche leggende a volte) che giocano nelle poker room online (anche dal vivo nei casinò tradizionali) e che hanno cominciato con internet. E in modo particolare, guadagnano nel modo in cui noi siamo soliti trovare un semplice divertimento.
Sotto questo profili, se pensiamo davvero di voler diventare professionisti, la prima cosa che dobbiamo domandarci è: "Ma quanto sono appassionato di questo gioco?"
La voglia è vera?
Sembra una banalità, ma non lo è. Perché si tratta di dedicarsi completamente a questa disciplina. Il test è semplice: immaginiamoci un pomeriggio completamente libero da responsabilità e cose da fare: cosa ci piacerebbe fare? Se prima del poker ci vengono in mente altre due, tre cose, forse è meglio lasciar perdere. Si tratta di una strada molto complicata, che comporta rinunce, impegno e tante ore di "lavoro", un lavoro da non intraprendere a meno di non avere un amore passionale per questo gioco. Un amore che deve battere anche la monotonia che accompagna il modo di giocare di un professionista, tanto solido quanto (per certi versi) meccanico e con poche emozioni. Un amore che deve portare a tante ore di studio, concentrandosi sulla matematica, sui calcoli da fare a mente, sulle statistiche delle partite giocate, sulla psicologia degli avversari, su come trarre profitto da una determinata mano contro determinati tipi di giocatori.
La nostra vincita è sufficiente?
Altro punto importante: se pensiamo di giocare al poker come professione, saremo anche sicuri del fatto che abbiamo la capacità di guadagnare molto più denaro così che con qualsiasi altro lavoro. Occorre per prima cosa avere sempre un'idea di quello che essere il nostro profitto nel breve periodo (uno, due mesi), per vedere quanto e quanto giocare. Anche qui, farsi un'idea non è semplice, perché l'ottica di un professionista deve tener conto di imprevisti, spese, bollette, risparmi e quant'altro. In sostanza, occorre chiedersi: "Quanto mi occorre guadagnare per vivere la vita che già vivo?" Bene, una volta avuta la risposta, sarà grossomodo la cifra che bisognerà prefiggersi di accumulare, dopo aver ovviamente valutato (statistiche alla mano) quanto si riesce a guadagnare in proporzione al tempo speso con il nostro attuale gioco.
Da qui si passa a stabilire il proprio bankroll: deve essere (ovviamente) sia comparato alle proprie disponibilità economiche, sia sufficiente a far da paracadute nei periodi negativi (detta varianza). Quindi, se si gioca cash, dovrà essere almeno di 6mila grandi buy, se ci si dedica ai Sit&Go intorno ai 250 buy-in. Un bankroll (capitale che disponiamo) in proporzione molto più grande rispetto a quello di un dilettante, ma con il lavoro non si scherza (specialmente per chi ha famiglia). Scordatevi che un professionista si giochi tutti i suoi soldi in una partita, come nei vecchi film.
Tanti sacrifici
Cominciare a giocare a poker da professionista vuol dire darci un taglio con qualsiasi altro lavoro per dedicarsi anima e corpo alle carte. Una decisione non da prendere alla leggera e, soprattutto d'analizzare attentamente, anche con famigliari o compagni di vita: per essere un professionista del Texas Hold'em Poker o in altre varianti occorre essere assolutamente certi di avere gli strumenti e le abilità per farlo, e anche in tal caso ci si espone a periodi no e a fluttuazioni nel proprio bilancio che bisogna prevedere prima perché non si facciano danni poi. Non c'è stipendio fisso su cui contare, il poker è un'attività in proprio dove metti i tuoi soldi in gioco e cerchi di farli fruttare. In quanto, poi, al lavoro che si lascia, si presuppone ovviamente che sia meno interessante delle carte. E, cosa più importante, possa magari essere anche gestito in parallelo oppure ripreso in casi di bisogno.
Molti professionisti, in realtà non sono pro: c'è chi ha azienda di famiglia, chi si garantisce altre entrate, e così via. E poi c'è la vita sociale: in ufficio, bene o male, si sta insieme. Chi gioca a poker per lavoro è solo, a casa, con un PC e il proprio conto in banca.
Siamo certi di sapere tutto?
Nell'immaginario comune, il giocatore di poker è uno che fa una vita da film, tra macchine di lusso e hotel a 5 stelle. La realtà è diversa. Il professionista svolge la sua attività prevalentemente online, restando attaccato al PC le stesse ore al giorno di un normale impiegato. Se volete ragionare da pro, scordatevi la logica dell'accendere il PC, scegliersi un torneo e iscriversi. Anche per come è consentito oggi nel nostro paese giocare a poker legalmente, bisogna abituarsi all'idea del "Multi-tavolo". Ossia, giocare più Sit&Go contemporaneamente, almeno dieci, con le finestre di gioco allineate sullo schermo. Il concetto è quello di massimizzare il profitto nel tempo, e si basa sull'idea che un player di alto spessore rispetto a chi gioca per diletto sappia subito come ottenere il massimo dalla propria situazione di vantaggio. L'esperienza, insomma, si trasforma in velocità, che consente di gestire più partite insieme senza perdere efficacia.
Un professionista medio, di sessioni multitavolo così, se ne spara non meno di 5-6 al giorno. E con l'introduzione del cash game legale (ovvero sedersi al tavolo con i soldi reali, si dovrebbe iniziare in Italia già da questo autunno, dopo una fase di test), cambieranno anche le dinamiche del professionismo online, rendendole sempre più simili a quelle di un casinò. Dove, per esempio, i giocatori di professione si siedono a notte fonda, quando quelli meno esperti tendono ad essere stanchi e quindi inclini all'errore. E soprattutto, scelgono bene il loro tavolo: se giochi per vincere, devi anche sederti al tavolo con qualcuno (inconsapevolmente) disposto a perdere. Sotto quest'ottica, magari le partite cash a bui alti riporteranno il poker di alto livello a una dimensione meno meccanica: non c'è il fattore tempo che influenza i tornei, e anche i pro giocheranno su un solo tavolo, per ripulire gli altri. Non a caso; i maestri del poker live i soldi veri li fanno con il cash, magari racimolando risparmi per pagarsi il buy-in di un torneo.
Pro o non pro?
Un dilemma che nasce da un fraintendimento di fondo. Spesso chi migliora e vince, si sente già professionista. E magari viene preso dall'idea di mollare tutto e darsi al poker. C'è chi ci si butta con profitto, magari anche perché insoddisfatto del proprio lavoro, ma è una scelta da fare con la massima attenzione. Si diventa imprenditori di sé stessi, con il rischio economico totalmente a proprio carico, in un settore in cui, anche sfruttando al meglio, il proprio tempo e limando i pericoli, parecchio non dipende da noi. I profitti (se agiamo correttamente) rischiamo di misurarli in un arco di tempo molto lungo, quanto emergerà la nostra bravura e le statistiche inizieranno a diventare solide. Anche ai migliori capitano mesi e settimane in rosso. E poi, non è detto che non ci si possa dedicare in maniera soddisfacente al poker se non lo si fa per mestiere. Il segreto è mettersi in testa di migliorare per renderlo, prima di tutto, un hobby redditizio. Poi se va bene perché non continuare a crescere senza limiti!
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