La vita comune e il Poker
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- Creato Lunedì, 18 Aprile 2025 14:18
- Data pubblicazione
- Categoria: Poker
News Poker- Poker Online - La vita sociale del giocatore di poker
In questo articolo vogliamo affrontare un aspetto del poker abbastanza complesso, che troppo spesso viene affrontato in modo semplicistico. Che impatto ha il poker negli aspetti di vita comune di un giocatore abituale? Come noto, c'è chi demonizza il gioco del poker trattando un qualsiasi giocatore allo stesso modo di un dipendente patologico e sostenendo che il poker sia la rovina di una persona, mentre di contro c'è chi esalta particolarmente i presunti profitti che questo gioco dovrebbe avere nella vita reale, ossia lontano dai tavoli da gioco. Per esempio, Schoonmaker e Sklansky hanno creato una lista di 24 punti in cui si espone in modo dettagliato in quali aspetti il poker migliora la vita di chi decide d'impararlo in modo approfondito. Attaccare oppure esaltare questa lista non è l'obiettivo di questo articolo. Vogliamo solo metterci tra chi esecra e chi mitizza il poker cercando di affrontare in modo più concreto un punto di vista scientifico se ci sono studi che possono forniscano dati concreti a cui riferirci.
I rapporti sociali di un giocatore di poker, a prima vista appaiono sofferenti. Il giocatore regolare, gioca dal vivo isolandosi "dalla vita comune" per giorni, oppure gioca chiuso nella sua stanza spesso annullando ogni tipo di rapporto con il mondo che lo circonda, per evitare distrazioni. In aggiunta, sono interessanti alcuni casi mediatici, di donne che minacciano di "sciopero" i propri compagni. Uscire per fare una qualsiasi cosa di coppia. L'argomento evidenzia come chi è vicino al giocatore di poker possa soffrire da un punto di vista sociale. Immaginare come molte donne abbiano usato la stessa minaccia "uno sciopero sessuale" con i propri compagni o comunque ne abbiamo discusso e fin troppo semplice. Il grinder di poker, da parte sua, spesso afferma di essere in grado di affrontare con successo sia il poker che i rapporti sociali con un'adeguata gestione del proprio tempo, e che il poker può portare ad allargare la vita sociale aiutando a conoscere tante nuove persone sia in nelle poker room online che dal vivo, in occasione delle trasferte di gioco.
Dopo queste generali considerazioni, andiamo a vedere le cose con assoluta obiettività. E' obbligatorio partire dal DSM IV, il manuale che classifica tutte le malattie psichiche riconosciute. Questo importante "libro" della psicopatologia, in uno dei criteri per diagnosticare il disturbo del gioco patologica, riporta "Il soggetto rischia di perdere relazioni importanti a causa del poker (gioco in generale).
Diventa evidente quindi come la sfera delle relazioni sociali, anche e in modo particolare quelle significative, è da monitorare attentamente. Ovvio che il livello di coinvolgimento con il gioco è un importante fattore. E' evidente che il giocatore occasionale non vedrà intacca la sua socialità COM è altrettanto chiaro che il giocatore patologico se la ritroverà rovinata. Quello che ci interessa è notare come gli psicologi usano anche la buona salute delle relazioni sociali del giocatore per valutarne la patologia o meno, segno chiaro che un settore a cui bisogna prestare attenzione per non farsi sfuggire la situazione di mano. Il poker porta via tempo, questo è certo, e quindi di problemi nei rapporti sociali deve quindi essere sempre tenuto sotto controllo.
Il tempo che si dedica al poker online o dal vivo, deve essere ricavato da quello degli hobby, al limite da quello professionale, se siamo pro o semi-pro, ma non da quello per le relazioni sociali. E' vero che è lo stesso pericolo che corrono tutti quei soggetti che si dedicano troppo al lavoro trascurando famiglia e amici, trovandosi in breve tempo soli e stressati, ma questo "mal comune mezzo gaudio" non è che un'effimera consolazione per il giocatore troppo assorbito dal poker! Realizzare di essere divenuti gradualmente ma inesorabilmente una persona che pensa a giocare e basta, disinteressandosi del resto, può essere una situazione sorprendentemente reale se non si presta attenzione costante ai propri comportamenti e non li si valuta con obiettività e onestà verso se stessi.
Trascurare questo impegno di auto-controllo è pericoloso, perché una volta che avremo lasciato lacerare il nostro tessuto sociale dal poker sarà difficile recuperarlo, per due motivi.
Prima d tutto per la mancanza di motivazione: ci ritroveremo in una spirale in cui pensiamo ai rapporti sociali come una scocciatura della quale possiamo farne a meno. Il secondo problema è che con il tempo avremo rovinato la nostra sociale intelligenza. Daniel Goleman (insegnante di psicologia ad Harvard), nel suo libro "Intelligenza Sociale" ci vuole spiegare che l'uomo è si predisposto ai rapporti sociali grazie ad abilità quali l'empatia, l'altruismo, il saper ascoltare chi ci sta vicino, cercare di capirlo e in generale saper condividere uno spazio mentale con gli altri, ma queste abilità vanno allenate giornalmente innescando un circolo virtuoso tramite l'esercizio degli stessi rapporti sociali. Potenziando la nostra intelligenza sociale arricchiremo ulteriormente i nostri rapporti con gli altri e di riflesso la nostra vita. Al contrario, dobbiamo ricordare che trascurare l'applicazione delle nostre abilità le fa decadere rovinando i nostri rapporti sociali. Questo fenomeno è tipico della tendenza moderna di coltivare solamente relazioni a distanza, chiusi nella nostra stanza aiutati dalla tecnologia, abitudine che rischia di farci scivolare pian piano in quello che Goleman definisce "autismo sociale" ossia la mancanza di vere relazioni sociali. In effetti, l'importanza delle relazioni sociali per la vita dell'uomo è risaputa, risale addirittura a Seneca, che ha definito l'uomo un "animale sociale", ripreso poi da migliaia di studi degli psicologi sociali sperimentali. Questi studi osservano e valutano diversi aspetti di vita messi in relazione con la qualità della vita sociale, riconoscendo la deprivazione sociale come un grosso problema che promette la qualità di vita di dell'uomo.
Per concludere, abbiamo visto che lasciare troppo spazio al poker può divenire un grande ostacolo per i nostri rapporti interpersonali e quindi di un comportamento che può andare a incidere fortemente sulla nostra qualità di vita. La buona notizia è che, gestendolo bene, il poker può andare al contrario a migliorare la nostra vita quotidiana, Lo psicologo e psicoterapeuta italiano Paolo Fuligni, in una delle sue esperienza di ricerca, ha osservato gli effetti del gioco sui soggetti con problemi nella sfera privata. Fuligni si è interessato videogiochi giocabili in Internet (online), dove è possibile sia giocare che interagire socialmente, seppur nello spazio telematico, con gli altri giocatori. In questo ambiente, del tutto assimilabile a una poker room online, ha visto come soggetti che nella vita avevano problemi sociali si sono sbloccati e, "protetti da un monitor", hanno sperimentato relazioni sociali con uno slancio mai visto prima.
Questo primo importantissimo passo deve essere da incoraggiamento per liberarsi del monitor in un secondo momento e sperimentare relazioni autentiche prima troppo difficili, ma ora finalmente possibili grazie alle esperienze fatte nel poker online che hanno infuso la necessaria sicurezza. In un certo senso giocare in Internet, quindi anche a poker, per chi ha problemi nella socialità può avere lo stesso effetto che hanno le rotelle per chi deve imparare ad andare in bicicletta. E' un aiuto che dà sicurezza e slancio per sperimentare in futuro relazioni senza protezioni. Il poker inoltre, anche se vissuto solo online, non è solo un gioco, ma anche motivo di discussione nei forum e nei social network: è sentirsi parte di un movimento. Quindi un giocatore si sente parte di una socialità sempre più grande e si riconosce in un'identità: ora è un giocatore di poker. Questo aspetto è molto utile per "accedere" una sua vita sociale altrimenti in sofferenza. Alcune precisazioni vanno tuttavia fatte in questo caso.
Il pericolo per chi utilizza il poker per sperimentare rapporti sociali prima di troppo difficili è quello di paralizzarsi alla prima fase.
Il soggetta sperimenta cioè relazioni sociali giocando online, è contento di questo, ma si limita a questo. Quindi dedica sempre più tempo al virtuale fino al passare la giornata interamente online, deprivando ancora di più la vita reale, diventando in pratica quello che comunemente chiamato "il nerd da forum". Un soggetto che dedica il suo tempo solo alla sua vita online perché l'identità che ha nella vita virtuale è più appagante di quella che ha nella vita reale. Il problema è che questo atteggiamento non elimina i problemi sociali del soggetto, anzi li acuisce: protetto dall'idea che online ha una vita sociale ottima e appagante, questo giocatore può avere l'illusione di non aver problemi sociali, illusione che prima o poi svanisce mettendo di fronte al vuoto che si è creato da solo. Un vuoto che è sempre in agguato e può manifestarsi anche a causa di un semplice guasto della rete. Una sera in cui non potendo giocare si potrebbe uscire... se solo si sapesse con chi.
Tutto quello che si è letto mette in evidenza dei pericoli reali per vita sociale del giocatore di poker online o dal vivo, ma non toglie che, gestito con intelligenza, questo gioco può migliorare i nostri rapporti sociali del giocatore perché può potenziare le sue abilità sociali.
Torniamo quindi al professor Goleman il quale c'insegna che per migliorare la nostra intelligenza sociale, e quindi le nostre relazioni, dobbiamo potenziare le relative abilità sociali, allenandole costantemente. Tra questi ci sono anche l'empatia e il cercare di capire gli altri. Queste sono abilità che esercitiamo costantemente giocando a poker. Quindi, in un certo senso, giocando a poker alleniamo e potenziamo la nostra intelligenza sociale: sta a noi poi applicare questi sforzi nella direzione giusta. Il poker offre quindi delle opportunità e nuovi contatti, ma al tempo stesso tende delle trappole. E' soggettivo del giocatore dare la massima attenzione ai propri comportamenti per capire se sta cogliendo le opportunità o sta cadendo nelle trappole.
A questo punto si può affermare che non è il poker buono o cattivo in senso assoluto, ma è il giocatore che sceglie l'aggettivo.
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