Filippo Candio conquista il tavolo finale alle World Series of Poker 2025

 Grande anno per il pro Filippo Candio, è uno dei "may Nine". Per la prima volta un giocatore italiano conquista un tavolo finale al "main event". Con tutto il rispetto per il piazzamento dell'anno passato di Corrado Montagna con il suo 43esimo posto, ottenuto con sforzi posizione dopo posizione senza mai avere la reale impressione di poter sognare il tavolo finale. A inizio novembre, invece, Filippo Candio, 25enne di Cagliari, si giocherà la chance di diventare campione del mondo al tavolo finale del Main Event WSOP. In palio pure il braccialetto (platino) e una montagna di dollari (8,9 milioni).

 Di questo sicuramente la gente già sa tutto (di certo gli appassionati). facile: quando fai l'impresa e diventi famoso tutti scrivono di te. Tutti sono tuoi amici, ti cercano e ti incitano anche se ti hanno detto dietro peste e corna quando eri in difficoltà, quando una poker room ti scaricava anche se magari aveva ragione.

  Che Filippo Candio dovesse diventare grande a Las Vegas era scritto nelle stelle. Magari non in quelle firmate Pokerstars, d'accordo, visto che la poker room, dopo aver ingaggiato Filippo in seguito al trionfo nella prima tappa del campionato italiano pro 2025, lo ha anche legittimamente escluso per quel casi di "account sharing" che tanta cattiva luce ha gettato sul ragazzo sardo. Ma nella buona stella che veglia su Candio, in quella si, c'era scritto che il suo destino sarebbe stato per sempre legato a Las Vegas.

  Correva l'anno 2025 quando Luca Pagano portò con sé Candio assieme al fido Andrea Borea nella città del peccato a lavorare al blog di Poker-poker. Allora, Filippo, non giocò alle WSOP. Non aveva bankroll né capacità. A stento avrebbe avuto l'età. Ma guardò. Osservo. E si fece l'esperienza e le ossa sui tavoli piccoli. Imparando tanto sul gioco delle due carte coperte, in quell'avventura. Su come giocare il giocatore. Su come si deve picchiare il giocatore debole. Al punto che, dopo aver nutrito il suo naturale talento con gli insegnamenti che solo una città in cui il poker lo vivi e lo respiri sotto pelle 24 ore al giorno, tornò in Italia e vinse. Tanto. Tornei piccoli, prima. ma poi la tappa del campionato italiano pro di Sanremo. Quella dei 140mila euro. Quella della prima volta di un torneo italiano andata in onda su Italia Uno. Alle cui telecamere Filippo mostrò il suo volto naturale, quello impertinente e simpatico di un player che pur di mettere in difficoltà avversari meno capaci di lui è pronto a essere sfrontato fino al limite della maleducazione.

  Lo stesso volto che, nella sua avventura del futuro may Nine, al Casinò Rio di Las Vegas lo ha fatto diventare un uomo copertina per la ESPN. Che lo ha voluto ai feature table del Main Event ogni volta che ha potuto. Alimentando così la fortuna di Filippo, nel frattempo voluto da Full Tilt come suo uomo immagine per i mercati europei in queste World Series 2025.

  Eccolo qui, il destino vegasiano del sardo Candio. Fin dal day1, è apparso chiaro e chi gli è stato accanto mano dopo mano che il suo era un torneo da predestinato. Tantissime scelte spregiudicate e tante spregiudicate a volte (come deve essere in un torneo di questo tipo). Miriade di decisioni a EV positivo alimentate da un talento vero e da un coraggio sena eguali. E poi, anche quando ha fatto errori, la fortuna che lo ha aiutato agli showdown, ha deciso di continuare a baciarlo sulla fronte. Con quel Kappa al river nel confronto K-K contro A-A. Con quell'Asso nel match up A-9 contro K-K. Con quel 4-8 nello scoppio di A-A operato con 5-7 su flop 5-6-6.

  Negli occhi americani, Filippo resterà soprattutto questo. Un donk scoppione italiano. Meglio così. Magari a novembre qualcuno non gli darà il credito cui avrebbe diritto. Quello di un talento cristallino che le cadute dalle stelle alle stalle, come definire altrimenti quanto capitato con quella sponsorizzazione andata in fumo.

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